job interview

Ogni volta che si sostiene un colloquio di lavoro non si è mai sicuri di aver «spaccato». Lo psicologo ed esperto di marketing, Lorenzo Dornetti, ci ricorda che il cervello comunica inconsapevolmente il proprio vissuto esperienziale e le neuroscienze lo dimostrano. Esistono 3 indicatori da osservare:

  1. Direzione del corpo. Quando un candidato ha fatto buona impressione, il corpo di chi seleziona si rivolge verso la persona. La punta del piede punta verso il viso. Se al contrario non si è colpito positivamente, il recruiter tende a mettersi di lato, con il piede che indica l’uscita della stanza. Le aree limbiche che governano le relazioni ed i comportamenti istintivi sfuggono al controllo volontario della corteccia.
  2. Segnali di attrazione. Se una persona fa buona impressione, il cervello rilascia ossitocina, l’ormone delle relazioni. Questo determina una maggiore sensibilità nelle aree maggiormente innervate come mani e labbra. Quindi un selezionatore che si accarezza le mani o si tocca le labbra, denota un’indicazione positiva.
  3. Il tuo cv. Quando si fa buona impressione, chi seleziona tende a mettere al centro della scrivania o in un posto visibile il curriculum. Lo fissa con attenzione, lo mette al centro del tavolo, lo tratta con riguardo, lo rilegge per un ultimo approfondimento. Questi segnali indicano che il recruiter è stata impressionato favorevolmente. Se tratta il cv distrattamente e lo archivia con superficialità, probabilmente non è cosi. Per il cervello le cose di una persona, sono la persona stessa. Si chiama principio di transitorietà.

Se non si è fatta una buona impressione, è utile cercare di recuperare. Gli studi sulla memoria dimostrano che durante un colloquio di lavoro, chi seleziona ricorda nitidamente l’ultima immagine e le ultime dieci parole. Il parere del selezionatore può cambiare sul finale con una frase tipo: «Spero di aver fatto buona impressione in questo colloquio, ci tenevo molto».

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