Tutti i modi per trovare lavoro – Cosa fare a 25 anni
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Prosegue la guida al lavoro di Wall & Street che si propone di offrire qualche consiglio utile agli italiani in cerca di occupazione mentre l’economia italiana si trova in uno stato che non è esagerato definire di «guerra»:
- le banche, schiacciate da 130 miliardi di sofferenze, non fanno quasi più credito alle imprese, se non a tassi che lo stesso presidente della Bce Mario Draghi ha definito «non ragionevoli»
- le imprese hanno i magazzini pieni di merce invenduta e stanno sostanzialmente producendo solo su commessa. Molte pmi stanno fallendo, lasciando senza lavoro altre migliaia di italiani
- la disoccupazione ha raggiunto il record di 5,7 milioni di senza lavoro (dati Istat)
- i consumi delle famiglie restano al paolo
Nella prima puntata (“Ecco come trovare lavoro a 18 anni”) abbiamo cercato di offrire una bussola ai ragazzi e delle ragazze che, al termine della scuola dell’obbligo, devono decidere se procedere con gli studi universitari o avviarsi a una professione manuale e abbiamo elencato alcune delle professionalità oggi più richieste dal mercato. Oggi ci concentriamo invece sui problemi dei ragazzi e delle ragazze di 25 anni hanno terminato anche il percorso accademico e si affacciano a un mondo del lavoro che sempre più spesso li respinge o gli riserva un destino da precari a vita.
Chi assumono le imprese
La situazione del nostro Paese è ben rappresentata dai dati di Unioncamere. L’indagine Excelsior sui fabbisogni occupazionali delle imprese, per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, fotografa ogni trimestre l’evoluzione dell’offerta di lavoro. Qui sotto troviamo la più recente analisi sull’andamento del 2012. Nessuno vuole negare l’importanza di seguire, a scuola come sul lavoro, le proprie inclinazioni e ambizioni, ma è altrettanto chiaro quali siano le professionalità più richieste e quindi in qualche modo bisogna «adattarsi» alla situazione.
Che cosa scrivere nel curriculum
La prima cosa cui stare attenti quando ci si propone a una azienda è comunicare al meglio le proprie capacità, in modo non troppo diverso da quanto avviene in qualsiasi vendita. Lo strumento principe è il curriculum vitae. La sua struttura è modulare e qualche click su Internet può essere utile per capire quali sia la impostazione che più combacia con i gusti di ognuno, così come non ci sono difficoltà nel raccogliere i contatti cui inviarlo visti le informazioni che i potenziali datori di lavoro e le stesse agenzie per il lavoro pubblicano sui propri siti web.
Il problema è, all’opposto, che cosa è meglio scrivere nel curriculum e come farlo. Le aziende infatti lamentano spesso di ricevere curricula redatti in modo “trascurato” o meglio privi di personalità e di conseguenza di scarso interesse. Il curriculum è invece come una carta di identità, deve essere scritto in prima persona, articolato in paragrafi brevi e strutturato in due parti: da un lato la formazione, dall’altra le eventuali esperienze di stage o lavorative.
Centrale a questo proposito è la lettera di accompagnamento che dovrà essere il più possibile “ritagliata” sull’azienda da cui si sta cercando di farsi assumere. Per questo motivo occorre conoscere le peculiarità dell’azienda a cui ci si propone, i suoi prodotti principali, la sua storia, i suoi dati di bilancio principali oltre al nome del dirigente cui si sottopone la candidatura. Per scrivere una lettera di accompagnamento efficace, che dia la possibilità di farsi notare, quindi non basta reperire qualche informazione in rete. Occorre uno studio approfondito, così come non bisogna cadere nell’errore di inviare mail generiche a più aziende, magari lasciando in chiaro tutti i destinatari.
Come affrontare il colloquio
Una volta approdati al colloquio, non si può permettere che prevalgano indecisioni e timori, ma neanche ingigantire le proprie qualità. Si dovrebbe invece profondere ogni sforzo perché il capo del personale o il potenziale datore di lavoro riesca a immaginare il futuro assunto operativi all’interno dell’azienda. È però opportuno sapere che, perlomeno nelle realtà strutturate, avviene in genere seguendo dei principi codificati: ecco quali sono.
Il periodo di tirocinio e gli stage
Il mondo del lavoro di oggi esige una formazione continua, avvinandosi al mondo del lavorare quando ancora si sta studiando e non continuando a mantenersi aggiornato anche quando si è trovato un posto di lavoro.
Tutto questo in Italia non è facile, anche il concetto di percorso lavorativo è poco presente, con l’eccezione dell’apprendistato, per i lavori artigianali, e della pratica per le professioni. Oggi, ricorda Marina Calderone nel libro “10 idee per trovare lavoro dei nostri figli” (Laurana Editore), esistono i tirocini formativi negli stage. L’obiettivo è offrire al giovane la possibilità di conoscere le dinamiche lavorative e di incrementare la propria formazione, all’azienda quella di verificare l’attitudine dei singoli e di valutare successive collaborazioni. La maniera migliore per capire quali sono le possibilità che offre il mercato è controllare con una certa periodicità i siti internet delle aziende maggiori (dove di norma esiste una sezione dedicata) o rivolgersi ai servizi di orientamento per laureati. Nel corso dello stage, così come durante il colloquio, il candidato deve poi mostrarsi entusiasta e flessibile, veloce nell’apprendere durante quella che deve considerare il suo reale inserimento in azienda.
La Camera di Commercio ti dà una mano
La Legge Biagi ha affidato alle Camere di Commercio non solo la promozione della cultura d’impresa e l’orientamento dei giovani nelle scuole e nelle università, ma anche l’intermediazione tra la domanda e l’offerta di lavoro. Insomma, a queste istituzioni spetta svolgere il «servizio pubblico» laddove il privato (tramite le agenzie) ha un ruolo fondamentale. In ogni capoluogo, pertanto, c’è un punto di riferimento per conoscere le ultime novità su corsi di formazione, tirocini, stage e giornate di orientamento. Ovviamente, alla presenza «fisica» si affianca anche quella virtuale. Ci sono ben due portali ai quali si può fare riferimento per conoscere le ultime novità e anche per conoscere le offerte di lavoro che giungono a e dal mondo camerale. I portali www.jobtel.it e www.polaris.unioncamere.it offrono un’ampia gamma di informazioni. Il primo è dedicato all’orientamento e a tutti le modalità per inserirsi o reinserirsi nei percorsi occupazionali. Il secondo, invece, è riservato alla cultura d’impresa, agli stage e ai tirocini.
Le nuove professioni: web e green economy
Trovare lavoro è anche scommettere sulle professioni che in futuro saranno richiestissime. Ad esempio, un recente studio di Nomisma Energia ha evidenziato che le attività di decomissioning (bonifica di siti nucleari) potranno produrre nei prossimi anni circa 12.000 posti di lavoro in Italia solo nell’indotto diretto, con un picco tra il 2016 e il 2017. Sempre ricercatissimi invece gli esperti del web 2.0. Dal Web Designer (colui che curare l’immagine di un sito o di un prodotto multimediale) al Programmatore Unix (colui che sa programmare in linguaggio «C» nell’ambito di uno dei sistemi operativi più usati al mondo) al System Integrator (l’esperto che progetta l’infrastruttura che «mette in rete» Intranet con Internet) fino al Reporter Online e al Content Manager (ossia la nuova frontiera del giornalismo su Internet) le possibilità sono tantissime. Se si ha la passione per i computer o anche quella per la scrittura (o la creatività in generale) non resta che buttarsi…
Il parere dell’esperto
«Consiglio ai giovani laureati di vivere il tempo che intercorre tra la fine degli studi universitari e l’ingresso nel mondo del lavoro, in maniera propositiva piuttosto che “adattiva”, esplorando possibilità di impiego in Italia ma anche all’estero», sottolinea Cristina Pasqualini, docente di Metodologia delle scienze sociali all’Università Cattolica di Milano. In altre parole, l’attesa deve essere «arredata, non può restare un tempo morto» «È preferibile – prosegue la giovane docente della Cattolica – aspettare facendo anche lavori altri rispetto alle proprie aspettative, piuttosto che restare ai margini del mondo del lavoro. Fare significa investire, mentre chi non osa, chi non si butta, chi non si sporca le mani, ma anche chi non può permettersi di aspettare l’occasione giusta e quindi accetta quello che trova, chiudendosi future possibilità, credo faccia parte dei soggetti potenzialmente più svantaggiati nel nostro Paese».
Wall & Street
2 continua – si ringrazia per la collaborazione Laura Verlicchi
– Qui la prima puntata della guida: Che cosa fare per trovare lavoro a 18 anni
– Qui la terza puntata della guida: Che cosa fare per trovare lavoro a 50 anni
– Qui il link al post su Come creare un’impresa di successo