Perché il Comune di Milano deve erogare, con Atm, un servizio di “car sharing” quando notissime case automobilistiche sono interessate a entrare in questo mercato? Di più: perché il Comune deve gestire un monopolio del trasporto pubblico locale? Perché non metterlo a bando? Ha senso che il Comune prepari direttamente, tramite una sua partecipata, decine di migliaia di pasti ogni giorno (Milano Ristorazione)? Non potrebbe appaltare il servizio? E ancora: deve per forza gestire impianti sportivi e palestre (Milanosport) o basterebbe introdurre un “buono sport” per consentire alle persone meno abbienti di praticare lo sport? Sono le domande emersa da un’intervista ad Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni, uno dei (rarissimi) santuari liberali italiani. L’intervista è uscita due giorni fa sul “Giornale” cartaceo, corredata da un’eloquente grafica sul socialismo municipale di Milano: tutte le partecipazioni del Comune ad aziende e società che si occupano un po’ di tutto (vedi grafico). Ascoltando o leggendo le risposte di Mingardi si deduce che “un’altra Milano è possibile”. Una “Milano liberale”, che non aumenti di 770 milioni le tasse in 4 anni (vedi grafico) in definitiva per tutelare soprattutto “apparati e burocrazie” come ha detto Mingardi. Una Milano che privatizzi e liberalizzi.

ag

 

 

Tag: , , , , , ,