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«Aveva toccato il sedere ad una conoscente, un’amica che frequentava con lui un centro di Musica in città. Lei però non ha gradito e lo ha denunciato. Ha ritenuto quel gesto, quella mano posata in modo irrispettoso sul suo sedere, quell’approccio per lei eccessivo una vera violenza tanto fare nome e cognome di quel coetaneo che, a suo dire, era andato oltre. Ieri la Corte d’Appello ha confermato la condanna di primo grado a un anno e due mesi di reclusione», si legge su l’Adige.it, per il sollucchero di Laura, Cristina, Teodolinda e delle tante femministe implacabili, in perenne campagna militare contro il maschio testosteronico e molestatore. Nel mentre, su una pagina di Lettera Donna che avevo salvato leggo che migliaia di ragazze africane sono vittima di stupro come arma di guerra. Il primo Paese nella black list è il Congo. L’Onu ha denunciato oltre 3mila casi nel 2018. Stupri, schiavitù sessuale, prostituzione, gravidanza e aborto forzati, sterilizzazione forzata «non sono una fatalità», chiarisce giovevolmente l’Onu, «dunque possono e devono essere evitate». Se già la precisazione delle Nazioni Unite andrebbe qualificata e quindi perseguita come crimine contro l’umanità, vi sono orrori ancor più strazianti: «Ciò che è successo qui, dal 2013 al 2016, è un fatto che dovrebbe scioccare il mondo; dovrebbe togliere il fiato a tutti: 44 bambine, dai 2 agli 11 anni, sono state prelevate di notte, condotte nella foresta e poi ripetutamente violentate da uomini armati», raccontava l’Espresso già qualche tempo fa. «Il territorio è pieno di gruppi ribelli e gli autori dell’atrocità risultano essere stati dei miliziani del deputato provinciale Frédéric Batumike, che ora è in carcere con i suoi 74 uomini ed è in attesa di essere processato per violenza sessuale e crimini contro l’umanità. La ragione? Probabilmente una credenza magica. Le indagini fanno supporre che sia stato uno stregone a dire a questi uomini di violentare delle vergini, perché così facendo avrebbero ottenuto protezione dai proiettili in battaglia e trovato delle vene d’oro, là dove fosse stato versato il sangue delle bambine. Inoltre, in molti credono che il rapporto con una donna illibata sia una cura contro l’hiv».

 

Oggi passeggiavo nei pressi del Ponte delle Sirenette del Tettamanzi, fra i sentieri di Parco Sempione, quando un uomo mi si avvicina con fare confidenziale e mi chiede se voglio droga. Gli piace il mio cane, non molto ricambiato. Ci parlo. Mi dice di chiamarsi Serge e di venire dal Congo, ma perde in fretta interesse e si allontana per pedinare due turiste tedesche. Che meraviglioso toboga di storie e destini il diritto di asilo! Quando avremo accolto, fra i tanti spacciatori per bene, anche un po’ di ex miliziani violentatori di vergini, apprendisti stregoni, maniaci della profilassi, femministi militanti del continente africano e offerto loro il permesso di soggiorno per motivi umanitari, faremo spiegare dalle nostre terzomondiste signore al loro boschereccio testosterone che in Trentino-Alto Adige per una pacca sul culo si finisce in galera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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