Se ieri abbiamo indirizzato parole ispide nei confronti della massima carica dello Stato, a nostro mite avviso vile nell’appecoronarsi a imperativi sovranazionali, oggi dobbiamo fare presta ammenda. Resosi conto di aver lanciato un messaggio velatamente antidemocratico al Paese, di aver insinuato il sospetto nella cittadinanza che il suffragio universale stia alla direzione della Cosa pubblica come il bambino sta alla guida dell’auto di papà mentre siede sulla sue ginocchia, di aver castrato i rigurgiti anti-austerità, anti-establishment e gli slanci verso una ritrovata sovranità e una agognata prosperità da parte degli elettori, il Presidente della Repubblica ha dato prova di tempestivo […]