Regola numero 1: coraggio. Lettera ai quindicenni (e ai loro genitori)
“Ragazzi, tirate fuori il coraggio. A 16 anni è importante usare tutto il coraggio che si ha. E’ il momento giusto di fare esperienze. Osare“.
Parola di Daniele Novara, pedagogista, direttore del Centro psicopedagogico per la gestione dei conflitti, e autore, fra gli altri libri, di “Urlare non serve a nulla. Gestire i conflitti con i figli per farsi ascoltare e guidarli nella crescita” . Incontra molti ragazzi e ha avviato una scuola per genitori. Cliccate qui per il loro sito.
Un giorno ha preso carta e penna e ha deciso di rivolgersi direttamente a loro, agli adolescenti di oggi. Nello specifico a quelli che hanno già compiuto i 15 anni. Ne è venuta fuori è una lettera, pochi punti, chiari e ricchi di contenuti. Eccola.
Lettera ai ragazzi e alle ragazze che avranno 15 anni nel 2016 (di Daniele Novara)
Esiste un punto nel corso della vita in cui si capisce che l’infanzia è finita e che inizia un nuovo capitolo. Si tratta di un momento preciso della crescita, esattamente alla fine delle scuole medie e della preadolescenza, di quegli anni che stanno come una terra di mezzo fra l’essere stati piccoli e un altro periodo di cui non si capisce esattamente cosa sarà e cosa succederà.
Questo punto della vita si colloca fra i 14 e i 15 anni con una certa differenza fra maschi e femmine, più tardivi i primi. Scatta un clic che fa sentire banale e inutile tutto quello che è avvenuto prima.
Il passaggio viene avvertito dai ragazzi con euforia ma anche con apprensione: tenere un piede nell’infanzia non era poi così male.
Di fatto in quei pochi mesi si compiono scelte che possono durare una vita intera. Pensando ai ragazzi e alle ragazze di 14 e 15 anni mi è venuto spontaneo scrivere loro una lettera, una missiva pubblica, un promemoria per aiutarli a lasciare definitivamente l’infanzia e guardare avanti con coraggio.
Ecco i miei assist:
VIAGGIA – Inizia a conoscere i tuoi limiti e le tue risorse nell’avventura del viaggio, nello spostamento per conoscere nuove città, lingue diverse, altre persone. Non perdere queste occasioni. Convinci i tuoi genitori. Digli che non sono capricci e che il viaggio conta come andare a scuola. Forse di più.
VIVI LE RELAZIONI – Non isolarti. Le relazioni aumentano le tue possibilità. L’indice sociale nel concreto della vita è più importante del quoziente intellettivo. I rapporti che costruisci resteranno. Le amicizie potranno perdersi ma tu avrai imparato a interagire con gli altri, a dare e a prendere, a comunicare e a gestire i tanti conflitti che si creano. Un vantaggio enorme per affrontare le mille sfide che ti aspettano.
LAVORARE STANCA, MA TI FA CRESCERE – Appena puoi, appena un’occasione te lo consente, fai un’esperienza di lavoro. D’estate è l’ideale. Non arrivare a 25 anni senza aver mai lavorato. Si impara da ragazzi a farlo. Metti questa esperienza nel tuo curriculum. Non stare ad aspettare che tutte le pedine siano al loro posto. Provaci subito.
GIOCARE SU UN PRATO É MEGLIO CHE SU UN VIDEOSCHERMO – Non farti fregare. Usare la realtà virtuale è comodo: videogiochi, siti web, contatti anonimi. Ma se ti lasci prendere troppo, ti trovi improvvisamente senza radici stabili, perso in un mondo che ti sembra vero ma che è solo apparenza.
IMPARA – La facilità con cui si impara in questa tua età non tornerà più. Sfrutta al meglio questo momento. Le lingue anzitutto. Il nostro caro italiano all’estero serve poco. E poi la musica, lo sport, le competenze tecnologiche, l’affettività e la sessualità. E non snobbare lo studio scolastico. Tutto questo ti resterà per sempre.
LEGGI – L’eccesso di immagini spegne l’immaginazione. Un libro non ti toglie nulla, aggiunge piuttosto alla tua fantasia la sensibilità che ci metti tu, i collegamenti che puoi fare con la tua vita, le mille emozioni che ti incendiano, le mille riflessioni che ti possono venire.
CONDIVIDI – Un futuro migliore dipende anche dalla tua voglia di esserci quando serve il tuo aiuto, dalla capacità di prenderti cura della città in cui vivi, della natura, degli altri. La solidarietà inizia con te.
Sei all’inizio di un lungo viaggio. Prendi tutto quello che puoi. Fai una bella scorta di esperienze.
Le parole del grande poeta greco Costantino Kavafis, nella poesia Itaca, sembrano fatte apposta per accompagnarti:“… Devi augurarti che la strada sia lunga, che i mattini d’estate siano tanti, quando nei porti – finalmente e con che gioia – toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre, tutta merce fina, anche aromi penetranti d’ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti. Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca …”
BUONA ADOLESCENZA!
A TU PER TU…
Daniele Novara perché ha scritto proprio ai 15enni?
“E’ l’età di passaggio. E’ appena finita la preadolescenza, ovvero gli anni delle medie, e i ragazzi ormai fuori dall’equivoco dell’infanzia sono in piena turbolenza. Pensi che l’adolescenza secondo le moderne neuroscienze è stata procrastinata addirittura oltre i 20 anni. A 16 anni la corteccia prefrontale, la parte nobile del nostro cervello, è ancora in crescita e continua ad aumentare finchè sarà in grado di stabilizzare i comportamenti. Solo allora saremo in grado di capire il nostro posto nel mondo. I 16 anni sono un momento di snodo decisivo. Si fanno scelte che influenzeranno il resto della vita. Va agganciato bene altrimenti si rischia di arrivare a 17/18 anni e il momento è ormai passato…”
Da qui la lettera. Qual è la regola numero 1?
“Avere coraggio. A 16 anni bisogna tirare fuori tutto il coraggio che si ha. E i genitori devono aiutare i figli a staccare gli ormeggi, cercando di evitare i pericoli. Bisogna tenere presente che a 15 anni il senso del pericolo è ancora generalmente molto basso. Il sistema limbico degli adolescenti è estremamente instabile, ecco perché hanno gran facilità nel passare una notte in bianco rispetto a noi adulti. Così come il disordine, è una condizione naturale che non possiamo discutere. Lo possiamo solo arginare…”
Primo punto: viaggiare. E’ davvero prioritario?
“Assolutamente sì. Il viaggio risolve il problema della trasgressione, caratteristico di quest’età. Il viaggio ti porta in un contesto completamente nuovo, in un paese straniero dove non c’è più alcun bisogno di trasgredire. Vanno invece tirate fuori le risorse per adattarsi laddove è lui l’estraneo e non può fare il bambino tirannico come tanti adolescenti continuano a fare”.
Lei incita a vivere le relazioni, a giocare su un prato, a non passare il tempo davanti a videogiochi…
“Sono la tomba dei nostri ragazzi. Il mondo virtuale è una trappola. I videogiochi, se possibile, non usateli… per vincere bisogna giocare tanto. E sono programmati per questo, più vinci più sprofondi. Ragazzi, non fatevi fregare dall’eccesso dei social. Uscite! la vita non è in uno smartphone. E’ dove la gente si incontra, si scontra, litiga. Dove c’è vita concreta. I social vanno bene se ti aiutano a migliorare la vita reale ma se ne diventano il succedaneo saranno la tua tomba. Ricordate che si impara a vivere vivendo. Non ci sono scorciatoie. E lavorare…
In Italia sotto i 16 anni non è possibile…
“Ed è un’assurdità. E’ il maternage italiano, per la paura di ferirli li proteggiamo fino a farli affossare. Dovrebbero fare esperienze, il lavoro non toglie niente, anzi fortifica. Così come il volontariato. Alcune scuole lo mettono come punizione. Invece i ragazzi dovrebbero capire proprio in questi anni così delicati di condividere il dolore del mondo. Ci sono cose che impari solo a quest’età. Dopo è troppo tardi. E’ un un momento di grande assorbimento, di straordinaria plasticità. Basta guardare a chi ha fatto cose speciali… Marconi, Newton, Einstein erano dei ragazzi quando hanno fatto le loro scoperte. Einstein ha pubblicato la teoria della relatività a 26 anni. Significa che ha cominciato a lavoraci intorno ai 20, forse anche prima… era un adolescente”.