La maturità delle competenze impossibili
Scavallato gennaio, ora lì, dietro l’angolo per i Disperati A Distanza del quinto anno, c’è l’incubo della Maturità. Sarà Mad? Sarà in presenza? Sarà light, maxiorale, mini scritto? Sarà come sarà, quel che è certo è che sempre incubo resta. Per un motivo o per un altro. Tra una manciata di giorni il ministero spiegherà le modalità dell’incubo. Ma già oggi di qualcosa si inizia a parlare. E in quel qualcosa c’è un qualcos’altro che suona un po’ strano. Forse sbaglio. Forse non ho capito. E infatti ancora una volta son qui a chiedere: correggetemi se sbaglio. E ci spero ancora. Di non aver capito bene, intendo.
Perché Orizzonte Scuola oggi scrive: “Un punto fermo della nuova maturità sarà il ‘curriculum dello studente’ che farà il suo debutto proprio quest’anno a cinque anni dalla sua approvazione (era inserita all’interno della Buona Scuola del governo Renzi). Il documento, allegato al diploma, deve contenere l’elenco delle competenze, delle esperienze, delle attività culturali, artistiche, sportive, persino del volontariato svolto dallo studente”.
Cioé interpreto: dopo tutti questi anni, bisogna aspettare proprio quest’anno a valorizzare il percorso scolastico di questi poveri studenti che da due anni sono reclusi in casa? Non solo vedono la scuola solo attraverso lo schermo. Ma hanno messo in pausa tutta la loro vita. Giustamente per un fine più alto. l’unico, il solo fine che domina la nostra intera esistenza pandemica: la salute.
E ok, quindi
Ma quali esperienze, attività artistiche, culturali e sportive avranno mai fatto in questi ultimi due anni, cioè in quarta e in quinta i nostri figli? A meno che per sport si intenda il saltare da Netflix a Amazon prime per vedere chi finisce prima la serie “Bridgerton”. O si fa rientrare nelle attività artistiche la combinazione di pigiami e camicette in un sottosopra davvero creativo…
Dove e soprattutto quando possono aver maturato queste cose da elencare nel “curriculum”?
Senza contare che magari e dico solo magari e spero che qualcuno mi dica davvero che sto prendendo una grandissima cantonata, certificazioni linguistiche, esperienze internazionali che blasonano il curriculum suddetto sono appannaggio di pochi o, come ha scritto la mia amica mamma, Chiara Devitini, “non sono proprio pilastri di equità”.
Forse non ci rendiamo bene conto che ci sono stati studenti che hanno fatto lezione sullo smartphone del padre con l’abbonamento a ricarica e deve scegliere se fare scuola o se consentire a suo padre di prendere appuntamenti di lavoro perché fa il muratore a chiamata giornaliera (storia vera)
Il suo curriculum – chiedo – potrà mai competere con quello del figlio-di?
(continua, spero…)