Donne, ci hanno fatto la festa
A un certo punto ho temuto che potesse succedere di tutto, persino che il navigatore si animasse. Con questa intelligenza artificiale che sembra essere ovunque ormai, pervasiva, invasiva, persino ossessiva, scrive, dà ricette, consigli, compone musica, disegna, dipinge, filosofeggia… insomma niente di più facile che invece di continuare a ripetere “ricalcolo gira a destra”, “ricalcolo svolta a sinistra”, e poi solo “ricalcolo“, “ricalcolo”, infinitamente “ricalcolo” perché non c’era più dove svoltare, andare, tornare e neanche stare, il navigatore si sarebbe lanciato in una serie di umanoidi improperi, contro di me, contro il traffico, contro l’8 marzo, contro la festa della donna, contro tutte le feste, le non feste, i giorni feriali, festivi, le auto, la benzina, il diesel, l’elettrico, l’area C, i perimetro, le somma, le divisioni. Perché abbiamo anche capito che quando poi insisti troppo con questa intelligenza artificiale c’è il rischio che non capisca più niente e dica cose senza senso. Molto umano insomma.
E l’altra sera il rischio c’era.
8 marzo. Che festa ragazze, donne, nonne, zie, amiche, asterischi/e di ogni età. Che festa che ci ha fatto fare Milano, con le sue proteste (per le donne), i suoi scioperi (per le donne), i cortei (per le donne). Battaglie tutte sacrosante, vabbè onestamente tutte no, ma quasi tutte, pure condivisibili. Pure il Comune di Milano ha tappezzato la città con i cartelloni “Milano la città delle donne”. Tutto un gran favore che si è ritorto contro.
Perché noi, le donne, quelle che magari neanche proprio ci tengono tanto a concentrare tutta ‘sta festa in unico giorno o quelle che magari alle 18 non potevano scendere in piazza a ballare e sventolare mimose ma non per questo non sono meno convinte di parecchi “basta” che ancora serve dire, ci siamo ritrovate a sperare un’unica cosa: che l’8 marzo finisse più in fretta possibile.
Un desiderio che non stava da nessuna parte politica, non stava a destra e non stava a sinistra. Non era una protesta contro la protesta. Né lo voleva essere. Ma a molte e molti (sempre asterischi compresi) è parsa una grandissima contraddizione inneggiare alla festa della donna e ritrovarsi poi per due-ore-due ferme nel traffico, oppure costrette a fare chilometri a piedi perchè i mezzi se non erano in sciopero (proclamato apposta per far la festa alle donne) erano pochi o bloccati o strapieni, oppure essere costrette a prendere qualche ora di permesso o, alla peggio, addirittura un giorno di ferie perché altrimenti non avremmo saputo come tornare a casa…
Chi era in macchina si è trovato imbottigliato in un traffico ingestibile, ingestito e male orientato. Tutto bloccato, proprio nell’ora in cui una, (visto che siamo a parlare di donne) quel giorno come tutti gli altri giorni, proprio per autorivendicare i propri sacrosanti diritti, stava tornando da lavorare, o ha dovuto accompagnare da qualche parte i figli, oppure aveva ritagliato due ore per fare la spesa, oppure oppure oppure tutte quelle milioni di cose che fanno la giornata femminile (per fortuna anche sempre più maschile…)
Che festa ragazze, donne, mamme, nonne, zie e compagnie belle… ci siamo guardate in tante, con le auto affiancate, sconcertate, arrabbiate, impanicate e poi alla fine rassegnate, arrese di fronte a quella che era pure una violenza subita proprio nel giorno in cui tutte, tutti (asterischi sempre compresi) hanno alzato i toni e pure i volumi per dire decine di giustissimi basta a tutte le violenze ipotizzabili. Ci siamo guardate in tante a piedi, per chilometri col telefonino bello stretto tra le mani che siamo a Milano e non si sa mai…
Ci siamo guardate e abbiamo pensato che l’importante era resistere perché domani è un altro giorno. Lo diciamo da quel dì, avevamo ancora col cappellino di crinoline e l’abito dell’800. Lo avevamo pensato anche l’anno scorso e forse anche l’anno prima perché ormai pare che piaccia fare la festa alle donne a botte di scioperi e proteste.
Perché se davvero fosse una festa che aiuta, magari ci sarebbero tram e bus gratis quel giorno, invece che scioperanti. Ci dovrebbero essere magari corsie riservate alle donne, quel giorno. Se uno fosse un complottista potrebbe quasi ipotizzare che dietro ci sia una regia per far diventare la festa della donna insopportabile alla donna stessa.