Superare le “zone a raggio“. Questa la ricetta dell’assessore all’area metropolitana, Casa e Demanio Daniela Benelli per il futuro delle circoscrizioni nell’ambito della città metropolitana. “Ripercorrere la strada della struttura radiocentrica per organizzare il territorio della futura area metropolitana sarà uno sbaglio” ha detto l’assessore nel corso della presentazione dello studio “Verso le nuove municipalità-Un atlante“.

Ecco come il Comune affronta il nodo della ripartizione territoriale della città:

L’attuale configurazione della città in nove Consigli di Zona è stata varata nel 1999 (prima la città era divisa in 20 zone con altrettanti presidenti e consigli). Il territorio è suddiviso poi in 88 Nil, Nuclei di identità locale, le cellule minime che identificano ambiti caratterizzati dalla presenza di infrastrutture, servizi, luoghi di aggregazione, verde, attività commerciali. Lo studio del Politecnico fornisce una serie di dati sul territorio. Ad esempio, i 10 mila posti letti offerti dalle strutture sanitarie di ricovero che rendono Milano un polo di importanza primaria a livello nazionale. O ancora le 210mila persone che gravitano attorno ai poli universitari (170mila studenti e 40mila tra addetti e docenti), influenzando lo sviluppo di alcune aree urbane. La rete capillare dei servizi scolastici, con oltre 180mila iscritti dalle scuole dell’infanzia alle scuole secondarie di secondo grado.
Attraverso i dati forniti dai social network e dall’uso dei mezzi tecnologici, lo studio mostra anche una mappatura dei luoghi più frequentati della città (primo fra tutti la Stazione Centrale, seguita da piazza Duomo e dalla Stazione Cadorna), le diverse categorie di spazi fruiti nelle diverse ore della giornata e la direzione degli spostamenti dei cittadini e dei city-users nell’arco delle 24 ore.

Ed ecco come, a  partire dall’analisi dei dati, lo studio configura quattro possibili scenari di riconfigurazione del territorio:

Un’ottica metropolitana – Il primo scenario ridisegna il territorio allargando i confini cittadini ai Comuni contermini, in una prospettiva di governo metropolitano che possa costruire una politica efficace e credibile relativamente all’uso dei servizi, degli spazi pubblici, della rete dei trasporti…
Un nuovo disegno per le 9 Zone – Il secondo scenario lascia invariato il numero delle zone e la configurazione ‘a raggiera’. Modifica però la modalità di disegno dei confini: la linea che separa le zone deve essere considerata come uno spazio tridimensionale in grado di inglobare elementi urbani (edifici, servizi, strade spazi verdi…) a seconda della loro natura e delle caratteristiche.
Cluster di servizi’ – Il terzo scenario parte dall’importanza dei servizi e delle dotazioni del territorio e si propone di ridisegnare le Municipalità sulla base dei sistemi di servizi esistenti e in fase di progettazione o realizzazione, così da renderli più efficienti e riconoscibili nei vari contesti urbani.
Nuove centralità emergenti’ – Il quarto scenario struttura il territorio a seconda dei modi di funzionamento ed uso della città, dei suoi spazi urbani, delle strutture dedicate alla cultura, allo sport, ai servizi… Uno scenario ancora impreciso, ma che ripensa Milano come ‘città di città”.

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