Niente sede agli universitari. Il Comune la dà a Milly Moratti. Una vicenda che Marta Bravi, sul Giornale di oggi, ha raccontato così:

“Il Nuovo centrodestra si prepara alla battaglia. Il gruppo di Palazzo Marino chiederà l’impugnazione del bando di assegnazione dello spazio di via Laghetto 2 all’associazione ChiamaMilano di Milly Moratti. «Questa scelta della sinistra dimostra chiaramente l’arroganza e l’ipocrisia di una giunta che si dichiara vicina ai poveri, ma che aiuta solo miliardari radical chic» tuona Nicolò Mardegan, consigliere provinciale e responsabile enti locali degli «alfaniani».

Il fatto: il Comune, attraverso un bando che ha curato il consiglio di Zona 1, ha assegnato uno spazio di 228 metri quadrati, dietro l’università Statale, a canone ridotto a ChiamaMilano, associazione che ha già la sua sede in via Laghetto 9/11. Sì Milly Moratti, moglie di Massimo, cognata di Letizia, candidata sindaco della Lista civica dell’Arancia alle ultime amministrative (e rimasta a bocca asciutta). Due gli enti che hanno partecipato al bando, l’altra era la Fondazione Collegi delle università milanese, istituzione promossa dalle sette università cittadine e sostenuta da importanti enti pubblici e privati.

Il sindaco Giuliano Pisapia e Milly Moratti

«Il soggetto più titolato e più adatto era la Fondazione dei collegi, certamente deputata al diritto allo studio, ma evidentemente non schierata con la giunta arancione» commenta il consigliere di Zona 1 Alessandro Daverio (Ncd). Ma tant’è: la commissione ha assegnato 78/100 punti a ChiamaMilano e 59,64 alla Fondazione.
Di cosa si occupa il Negozio civico? «È uno spazio aperto al confronto e alla partecipazione a disposizione dei cittadini e della città, offre servizi per la formazione, il tempo libero e accoglie proposte e segnalazioni dei cittadini. Il Negozio vuole diventare protagonista in modo attivo e propositivo alla vita e alle vicende della città, proponendo corsi, laboratori, mostre, tavoli di confronto e altre attività». Ma che c’azzecca con il diritto allo studio?

La delibera del consiglio di Zona 1 insiste, nel definire i criteri di assegnazione, sulla promozione del diritto allo studio: «L’unità immobiliare dovrà essere destinata ad attività volte al sostegno e alla promozione di attività socioculturali e artistiche, nonché di attuazione del diritto allo studio, rivolte al mondo giovanile e studentesco. Una parte di spazio dovrà essere adibita a uso aperto al pubblico sotto forma di spazi per lo studio o per attività ricreative e culturali per i giovani, il concessionario dovrà garantire un minimo di 50 ore settimanali di apertura al pubblico degli studenti, distribuite su tutto l’arco della settimana compresi i giorni festivi». «La considerazione da cui eravamo partiti – spiega Daverio – era la necessità di offrire agli studenti degli spazi aggiuntivo dove studiare. Nel week end la Statale e le biblioteche sono chiuse, quindi lo spazio di via Laghetto sarebbe stato particolarmente adatto a soddisfare questa necessità”.

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