Se dico che non sopporto quei tre giornalisti sono antisemita?” chiede un tale, commentando un articolo di questo blog. Direi proprio di sì è la risposta. Anche se forse non lo sa o lo nega. Probabilmente sì, è la risposta, anche perché i nomi indicati dal lettore in quel commento sono gli stessi che si possono ritrovare, purtroppo, anche in quelle deliranti liste di “ebrei influenti” che circolano spesso, come spazzatura, in rete. L’ultima volta in cui si è parlato di questa lista è stato quando sono state pubblicate fra i commenti a un post di Manlio Di Stefano, il responsabile Esteri del Movimento 5 Stelle, artefice di una linea a dir poco controversa nei confronti di Israele. Ma, attenzione, il commento di cui sopra non è affatto un’eccezione. Si è sviluppata una lunga discussione, sotto quel post, e fioccano commenti analoghi, ispirati a pregiudizi simili.

Non sorprende, purtroppo, il fatto che bufale, stereotipi e tic antisemiti abbiano questo livello di diffusione e circolazione. Almeno non sorprende il sottoscritto, se non altro perché ha ricevuto una lettera di chiaro stampo antisemita, il giorno dopo la pubblicazione di un articolo dedicato all’antisemitismo (in particolare di sinistra, islamico e grillino) nei giorni del caso Anna Frank (gli adesivi antisemiti fatti circolare da un gruppo di ultras di una squadra di calcio). Una lettera, quella ricevuta, che non contiene minacce, anzi a suo modo è anche formale. Non è minatoria eppure agghiacciante: “Probabilmente non è ebreo – scrive, riferito al sottoscritto un anonimo usando uno pseudonimo – ma certamente è più realista del re. Cioè più ebreo degli ebrei”. Poi il passaggio che torno a definire agghiacciante, dedicato agli ebrei: “Come si fa a non chiedersi perché nei millenni non sono riusciti simpatici da nessuna parte… Ci sarà un motivi, no?”. Argomento delirante, ma corrisponde perfettamente alla nuova proliferazione di vecchi pregiudizi, che alimentano autentico odio, un odio pericoloso, potenzialmete violento. Pseudo argomenti di questo genere, sono stessi, speriamo sempre meno, che si possono leggere ogni giorno, in altre sedi, sotto altri articoli, “firmati” anche da altri. Segnali preoccupanti, odiosi appunto, che non devono essere sottaciuti o sottovalutati.

AlGia

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