Il manifesto pro-life (rimosso) è un caso. “Censurato chi difende la vita”
Il tema è delicatissimo e spesso rimosso dalla pubblica opinione. E molti sono gli approcci e le sfumature possibili quando si parla di vita e di interruzione di gravidanza. Molti, dal fronte pro-life, interpretano il loro impegno come una concreta azione a sostegno delle donne che (non) intendono ricorrere all’aborto. Altri, con stile e approccio del tutto diverso, preferiscono azioni che colpiscono, che suscitano discussione e polemiche.
Un caso paradigmatico è quello del manifesto comparso nei giorni scorsi a Milano e poi rimosso. Un’immagine forte, che evocando la favola di Biancaneve equipara la pillola abortiva Ru486 a una mela avvelenata. E chiede: “Prenderesti mai del veleno?”.
La scelta comunicativa dell’associazione “ProVita & Famiglia” ha ovviamente suscitato reazioni sdegnate. Il manifesto è finito al centro di uno scontro. “Violento e contro la libera scelta consapevole e responsabile delle donne” lo ha definito Diana De Marchi, esponente del Pd e presidente della commissione Pari opportunità del Consiglio comunale. “Stiamo intervenendo per farlo rimuovere – ha fatto sapere – ma sarebbe passibile di un esposto per diffusione di falsa informazione, spero che la casa farmaceutica lo faccia”.
A De Marchi ha risposto, con toni decisi e senza complessi di inferiorità intellettuale, il consigliere comunale di “Milano Popolare“ Matteo Forte. Ha replicato a De Marchi e agli altri che sono intervenuti, anche dal Movimento 5 Stelle, per chiedere la rimozione del manifesto o protestare per l’affissione. “Si può discutere su tutto – ha detto Forte, che è un cattolico impegnato in politica – Un manifesto pubblicitario come questo affisso a Milano e comparso in via Vigoni angolo via Mercalli vuole far parlare, riflettere e dibattere. È il suo scopo: quello cioè di non far venire meno una pressione critica su tematiche come la difesa della vita fin dal concepimento”. “Ma – ha aggiunto – l’idea che queste posizioni semplicemente debbano essere censurate come stanno chiedendo Pd e associazioni pro aborto in queste ore è da squadristi. Lo sappiano quelli che poi fanno firmare a tutti moduli antifascisti per chiedere anche solo un mq di spazio sul suolo comunale. Lo riscrivo: squadristi. E squadriste. Così non si sentono discriminate anche le femministe di sinistra”.
Alla fine, il manifesto è stato rimosso. “Rimosso” ha sottolineato De Marchi, per poi aggiungere: “Pro Vita questa città ti consiglia di smetterla, i tuoi manifesti vengono sempre rimossi”. Infine i dovuti ringraziamenti: “Grazie al lavoro di squadra e all’assessore Tasca“.
Ma Forte non ha intenzione di demordere. “Ho appreso dai social – ha commentato ieri pomeriggio – che dopo nemmeno 24h dalla sua affissione è stato fatto rimuovere il manifesto di Pro Vita contro la pillola RU486. Ho appreso che basta lamentarsi con un assessore e se si è in un numero ragguardevole di contestatori (anche se non mi è stato specificato quale, né ragguardevole rispetto a cosa) il Comune può richiedere al concessionario se (liberamente, non sia mai!) l’affissione può essere rimossa”. “Ora – ha concluso – lo sapete. Quando un manifesto od una pubblicità vi turba e non vi va a genio, sommergete la casella di posta dell’assessore che ha la delega o del sindaco stesso. È la città dei diritti. La Milano di Sala. Prego, accomodatevi. Non c’entra molto col concetto di libertà e pluralismo ma…in tempi di Dpcm e ‘pieni poteri’ che volete che sia”.