Il regime teocratico iraniano ha giustiziato, anzi ha ucciso, anzi ha impiccato il giornalista dissidente Ruhollah Zam. E non ci sono reazioni, non ci sono proteste, non ci sono post su facebook.

Nessuna indignazione particolare da parte dei sinceri democratici del mondo: dall’Onu all’ultimo degli influencer, sono tutti troppo impegnati a biasimare la volgare destra di Netanyahu, Trump, Johnson ecc.

Anzi, l’Iran fa la voce grossa. Il ministero degli Esteri iraniano ha convocato oggi l’ambasciatore tedesco a Teheran, Hans-Udo Muzel, e quello della Francia, Philippe Thiebaud per le critiche dell’Unione europea (Ue) sull’esecuzione di Zam.

Al massimo si è registrato una sorta di contrattempo, per l’Europe-Iran Business Forum. Ma dopo qualche momento di confusione, le autorità europee si sono affrettate a minimizzare. Il forum che sarebbe dovuto iniziare oggi «è stato sospeso e non cancellato» dopo «l’esecuzione dello scorso fine settimana» del giornalista condannato dalle autorità di Teheran. Lo ha precisato Peter Stano, portavoce della Commissione europea, nel corso del briefing quotidiano con la stampa. Nonostante le nuove tensioni diplomatiche dopo l’uccisione di Zam, la riunione del comitato congiunto sul Jcpoa (l’accordo sul nucleare iraniano) «è ancora in programma per questo mercoledì» ha precisato il portavoce.

La cosa ovviamente non ha turbato le autorità di Teheran. «Non credo» che l’esecuzione del giornalista dissidente iraniano Ruhollah Zam «danneggerà le relazioni tra Iran ed Europa» ha dichiarato il presidente iraniano Hassan Rohani, alla luce decisione di Bruxelles di rinviare il Business Forum. Rohani ha lamentando ingerenze esterne. «Le esecuzioni fanno parte del nostro ordinamento normativo. Perché essere così sensibili rispetto a un individuo specifico?», ha detto Rohani, sostenendo che tale posizione «trasmette un senso di ingerenza