L’uomo ragno e la sindrome di Lazzaro
Solo i cattivi sono immortali, gli eroi invece risorgono. Chiama un amico in ansia: “Hai saputo?”. “Che?”. “Hanno ucciso l’uomo ragno”. Canticchi d’istinto: “Chi sia stato non si sa…”. Lui insiste: “Guarda che non sto scherzando”. Tu a quel punto non sai se informarlo che quel signore vestito di rosso che ha visto il 25 dicembre non è Babbo Natale ma il vicino di casa che da gennaio a novembre si veste da postino oppure spiegargli come stanno le cose. Primo. Non è morto Spider-Man, visto che ora il suo costume lo porta a spasso il signor Octopus che si è inventato uno scambio di corpi per ripartire da giovane cronista. Il bene e il male confusi in una ragnatela. Al limite si può dire che a crepare sia stato Peter Parker, ma con la Marvel non è mai il caso di cantare il de profundis. E’ vero che il numero 700 chiude la saga naturale del supereroe appiccicoso, visto che tra un mese comincia una nuova avventura, ripartendo dal numero uno. Siamo di fatto davanti a un’ulteriore evoluzione della specie, con una sorta di super superuomo che si chiamerà Superior Spider-Man. Il pensiero di Nietzsche in chiave ultra pop.
Ma quello che c’è qui da chiarire all’amico super preoccupato è che la morte entra e esce nella vita degli eroi e non è mai una tragedia. Sono tutti infatti portatori sani della sindrome di Lazzaro. Muoiono per rinascere. La scusa comunque si trova. E’ capitato già allo stesso Spider Man all’inizio del secolo, quando in un mondo parallelo narrato nel ciclo di Ultimate Comics Spider-Man il ragno mentre cercava di salvaguardare zia May e la rossa Mary Jane fu seccato da Goblin e il suo costume fu ereditato da un giovane Obama; scherzi quantici dei mondi paralleli. La zietta e la fidanzata, pur di natura umana, sono morte e risorte, come è capitato nel 1973 all’altro grande amore di Peter, la bella Gwen Stacy. Il necrologio dei lazzari è comunque lungo. Batman crepa nel 2007, ma in verità il suo corpo era stato solo spedito a spasso nel tempo dall’alieno Darkseid. La Torcia Umana finisce nella Zona Negativa per salvare gli altri tre Fantastici Quattro. Il vecchio Superman, patriarca di tutti i supereroi, muore nel 1992 per poi risorgere poco dopo. Quel numero è tuttora il più venduto di tutti i tempi. Captain America viene assassinato e torna nel 2009. Il suo costume nel frattempo viene indossato dall’ex spalla Bucky, novello Patroclo. Jean Gray, adorata femmina degli X-Man, ha preso alla lettera il nome in codice di Fenice è morta e tornata più volte, facendo versare lacrime al fidanzato Ciclope e all’amante Wolverine. Hal Jordan, alias Lanterna Verde, si sacrifica per salvare la terra, si ripresenta nella forma crisalide di Spettro e si rincarna ancora come Lanterna Verde. Il più sfigato di tutti resta Jason Todd, il secondo ragazzo chiamato a indossare il mantello di Robin, compagno di fatto di Batman. La sua morte è una cosa da Grande Fratello. Fu in pratica nominato e cacciato dai lettori. Il compito di eseguire l’ordine fu affidato a Joker.
Se si guarda oltre l’universo dei fumetti e si va negli eroi letterari viene in mente la scomparsa di Sherlock Holmes, resuscitato dall’indignazione dei lettori e il limbo in cui finisce Harry Potter dopo lo scontro con “Colui che non si può nominare”. Ma la morte più dolorosa è quella di Gandalf. Ricordate? La compagnia dell’anello attraversa le miniere di Moria quando appare un Barlog, il flagello di Durin e qui comincia una lotta tra i ghiacci, con i due, il mago e il demone che precipitano nell’abisso. Gandalf muore, ma torna dalla morte purificato, in uno stadio superiore di consapevolezza. Non sarà più il grigio, ma Gandalf il bianco. Quando incontra i suoi amici un po’ stupiti di vederlo vivo e scolorito, lui li liquida con una spiegazione veloce: “Sono molto mutato da quei tempi e non sono più impastoiato dai gravami della Terra di Mezzo com’ero allora”.
Tranquilli quindi, qui nessuno muore per sempre. L’ultimo eroe a morire sul serio è il povero Achille, fregato da quel fottuto tallone privo di immortalità. Ma Omero era editore di se stesso e a quanto pare non aveva problemi di pubblico. (Pensate però alla sfiga di Ettore che pensava di aver ucciso il figlio di una dea e si è trovato ai suoi piedi il cadavere di Patroclo).