Voto a sopresa per le Europee 2019
Circolano molti sondaggi che tentano di prevedere il voto delle imminenti Elezioni Europee, che da sempre in Italia, hanno rappresentato un test anche per chi governa il Belpaese. Come non ricordare lo sfondamento del 40% da parte del PD targato Renzi di cinque anni fa? Renzi chi? Potrebbe dire qualcuno alla vigilia di questo rinnovo del parlamento europeo…
Tuttavia le stime fin qui viste scontano un fenomeno noto e di sempre più difficile perscrutabilità: l’indecisione pre-voto e soprattutto la dimensione dell’astensionismo. Dando un’occhiata ad alcuni dati raccolti ed elaborati da Demos, l’istituto di sondaggi elettorali che fa capo al prof. Diamanti, solo un itialiano su tre tra coloro che hanno dirotto al voto avrebbe deciso su quale partito apporre la propria X. E le stime vengono principalmente costruite (da loro e dagli altri istituti) tenendo principalmente conto di quanto dichiarato da costoro.
Isolando le intenzioni di voto, si può evincere dalla seconda tabella che gli elettori dei partiti di opposizione in Italia, in particolare quelli a sinistra dell’arco istituzionale, dichiarano in maggioranza assoluta di pensare ai temi europei nelle proprie scelta. Molto interessante riscontrare invece che tra Lega e M5S una schiacciante maggioranza non ha che in mente quel che accade qui e solo qui in Italia. Perchè quindi diventa importante questa distinzione?
La risposta è un po’ articolata ma proviamo a sintetizzarla:
a) la capacità di coinvolgere l’elettorato (ovvero di far si che si dedichi del tempo per andare a votare) è inversamente proporzionale all’identità percepita verso il proprio partito
b) la rilevanza dei temi sollevati in campagna, la loro capacità di “emozionare” gli elettori gioca un ruolo decisivo (tutte le elezioni da 10 anni a questa parte l’hanno ampiamente dimostrato)
c) il meteo: ebbene sì, conta eccome: bella giornata? gita fuori porta per tanti ….
d) gli eventi che accadranno da qui all’apertura delle urne (e anche durante) e il loro rilancio mediatico (sperando che questo non produca eventi di cronaca che non evoco nemmeno per scaramanzia)
e) varie ed eventuali, in parte giocate a livello locale, in parte da ricondurre a parametri più noti e tangibili (candidati, storia elettorale del territorio, …)
Tutto ciò premesso, le stime che circolano (e che volutamente non riporto), appaiono essere in questo momento più frutto di propaganda che di modelli affidabili di previsione. Mi sbaglierò, ma dalle urne uscirà un risultato che non assomiglia tanto a quel che si sta leggendo in giro…