Gira la ruota Matteo
Riuscire a prevedere quanto possa raccogliere un partito che non esisteva il giorno prima è da sempre un compito arduo all’interno dell’arduo compito di fare delle stime elettorali realistiche. Tuttavia l’uscita della truppa capitanata da Matteo Renzi dalla casa del PD, impone a tutti i principali “sondaggiari” di esprimere un’opinione. Quindi quest’oggi si trovano stime che oscillano tra il 3% e l’8%. Secondo il sottoscritto siamo alla metà della soglia inferiore se non di meno, ma non per partito preso, ma proprio perchè di partito e di dirigenti non si sa ancora nulla. E allora va bene essere “fedeli” ad un leader, ma mi pare del tutto prematuro esprimere una % maggiore.
A me piace invece ragionare su un altro aspetto che trovo molto più interessante. Il tutto parte da questa domanda: l’uscita dal PD di Renzi e di alcuni dei suoi “generali” sottrarrà o porterà un incremento nel consenso verso il PD stesso?
Non è banale fare questa stima. Perché significa riuscire a comprendere quanti elettori che non avevano rinnovato il proprio voto al PD (dal famoso 40% delle elezioni europee di più di 5 anni fa) ora potrebbero tornare alle urne. A questi andrebbero sommati anche coloro che dalla X sopra al PD erano passati in queste ultime tornate elettorali ad altri simboli (su tutti M5S, ma stando ai flussi elettorali anche alla Lega). Sommati questi e sottratti quanti si rivolgeranno al nuovo partito di Renzi, qual è il risultato? A voi la parola. Ma prima dico la mia: secondo me il saldo sarà positivo. Soprattutto se d’ora in avanti la strategia del “era colpa dei renziani” troverà un’applicazione fatta a regola d’arte.