In questi giorni di commozione mondiale per la prematura scomparsa del campione di basket Kobe Bryant, assieme agli sfortunati passeggeri dell’elicottero, voglio ricordare un sentimento che spesso lo ha accompagnato in vita. Si tratta dell’odio che riusciva a suscitare presso gli avversari in campo e i tifosi che si vedevano sconfitti da qualche sua prestazione monstre.

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Come non ricordare quello che dichiarò Sam Mitchell, all’epoca head coach dei Timberwolves, che “nel post-partita ha esternato in modo molto schietto il proprio odio verso Bryant. Mitchell, tra le altre cose, era anche in campo nel 2006, quando Kobe segnò 81 punti contro i Raptors, ovviamente dalla parte “sbagliata”. “Lo odio” – ha detto il coach – “Quando non lo vedrò mai più per il resto della mia vita non sarà mai troppo presto”, quale commento ad una delle partite di addio (ultima stagione di Kobe nell’NBA) in cui Kobe segnò 38 punti all’interno di una sfida del tutto inutile ai fini della classifica. La sua risposta fu di stile “Beh, grazie per l’odio” – ha commentato Kobe – “No, per davvero. Mi fa piacere. Sulla partita contro i Raptors posso dire che, onestamente, non c’era nulla che lui potesse fare di più. Io continuavo ad alzarmi e tirare in faccia agli avversari. Era una di quelle serate pazzesche”. (fonte: articolo su basketuniverso a firma F. Manzi).

Interessante anche ascoltare parte della lettera scritta da un tifoso di Boston (evidentemente esasperato dai danni fatti alla propria squadra dai canestri e dai passaggi di Kobe) a cura di Linus e Savino in una trasmissione di anni fa.

Ma l’odio per Kobe è diventato anche oggetto di alcuni spot memorabili girati per il marchio sponsor di Kobe, ovvero quello che richiama la vittoria alata. Potete trovarli qui.

L’addio a un grande campione viene ora ricordato nelle sue prodezze. Ma se avrete la pazienza e la voglia di leggere qualche sua biografia scoprirete, al di là degli aneddoti che circolano, il profilo di un uomo che ha fatto del basket la sua ossessione, dell’etica del lavoro il suo stile di vita, dell’attenzione a ogni singolo dettaglio il suo atteggiamento. Forse è per questo che viene citato da tanti quale ispirazione, ma davvero da pochi quale esempio da riuscire a seguire

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