I don’t pay irrompono sulla scena
Alla lunga lista di movimenti di protesta si sta per aggioungere un nuovo corpo di cittadini arrabbiati che sull’onda – poco emotiva e molto economica – dell’emergenza bollette iniziano a contarsi. Si tratta del movimento “Don’t Pay” (o Non Paghiamo se si affermerà il brand italiano) che si ispira ad un analogo movimento inglese che si fonda sul rifiuto al pagamento delle bollette qualora lo Stato non sostenesse in modo adeguato i cittadini e le imprese. Nella confusione mediatica di questa fine estate, si aggira l’incombente pericolo di una mazzata per le tasche di tutti, ma non vi sono certezza sull’entità della stessa. Circolano raffronti di periodi omologhi, soprattutto per quanto concerne le attività commerciali, il passaparola ingigantisce la percezione del problema, l’arrivo del freddo ne concretizzerà ansie e brutte sorprese.
Secondo un recente sondaggio condotto dalla SWG di Trieste, quasi un cittadino su quattro (il 23% per la precisione) riterrebbe lecito rifiutarsi di pagare le bollette qualora ci si trovasse in difficoltà economiche. Il dato (qui il report completo) trova forza anche nel 38% che afferma di vedere con favore la diffusione del movimento Don’t Pay in Italia (con punte del 58% tra chi si dichiara no vax e 52% nel ceto medio-basso) e nel 26% che afferme di sentirsi d’accordo con l’affermazione “parteciperei in prima persona al movimento “Don’t Pay” o a un movimento con gli stessi obiettivi. Perchè dal rifiuto di pagare le bollette alle altre voci di spesa familiare il passo è breve: 22% lecito non pagare le tasse, 16% il mutuo, 15% l’affitto di casa, sempres e ci si divesse trovare in difficoltà economiche oggettive.
Scambiare questi pensieri dell’opinione pubblica per un semplice tentativo di non sborsare del denaro è evidentemente del tutto fuorviante: siamo di fronte ad un imminente problema di difficile soluzione che può portare a conseguenze economiche e sociali di grande (e devastante) impatto non solo sui conti pubblici, ma sulla società italiana nel suo compelsso. Che sia per questo motivo che a parte gli slogan, nessuno sembra aver davvero capiuto come sbrogliare la matassa e che il prossimo governo non sarà così semplice da gestire, maggioranza larga o non maggioranza larga?