Quest’anno celebriamo i primi 160 anni dell’Esercito Italiano. Un’istituzione cui dobbiamo molto che si è
rivelata protagonista nei momenti più significativi della storia del nostro Paese. Il loro, ha affermato Mattarella è «un
patrimonio professionale giustamente e valorizzato anche in occasione della presente crisi pandemica.
«Il nostro esercito è sempre in prima linea, a fianco dei cittadini che si è promesso di proteggere. Oggi più
che mai”. Come ha affermato Gaetano Ruocco, presidente nazionale dell’ANSI: «In 160 anni di storia
l ’Esercito Italiano si è coperto di gloria sui campi di battaglia, nelle operazioni di pace e in soccorso delle
popolazioni colpite da gravi calamità naturali, le donne e gli uomini dell’Esercito hanno sempre dimostrato
abnegazione e spirito di sacrificio». L’Esercito Italiano rappresenta una risorsa importante per il Paese.
Dovremmo essere tutti orgogliosi di questi uomini e donne dediti ai propri cittadini che servono la loro
patria con coraggio e lealtà .
Mi fa un po’ rabbia pensare però che certe istituzioni, ma anche molti cittadini si ricordino di queste persone
valorose solo il 4 maggio. L’Esercito Italiano è uno degli organi che più si è impegnato in quest’ultimo
anno e mezzo. Sono sempre stati in prima linea nella lotta contro la pandemia e troppo spesso il loro
operato passa in sordina. Leggo troppo raramente dichiarazioni sul lavoro instancabile dei nostri militari.
Ancora oggi mi sorprende che la nostra scuola non insegni ai nostri giovani che il ruolo dell’Esercito Italiano è indispensabile per il Paese e per il suo futuro. E che la DIVISA non deve intimorire come qualche rappresentante del politicamente corretto ultimamente ha dichiarato. Frasi semplicemente vergognose! Bisogna invece portare rispetto e provare un sentimento di affetto verso tutte le divise in quanto rappresentano un pezzo importante del nostro Stato, quello più alto e soprattutto quello più puro.
Credo fermamente nella necessità di reintrodurre la leva militare obbligatoria. Ci vorrebbe una vera e propria proposta di legge urgente che reintroduca il servizio di leva su base regionale per minimo sei mesi. Farebbe sicuramente il bene di tanti giovani.
In una società che ha sfortunatamente perso i suoi valori sani della vita, insegnare ai ragazzi che cosa significhi rispettare le gerarchie, l’educazione, il condividete le cose, il sacrificio per ottenere qualcosa, le regole, l’onore e come si rispetta il prossimo, mi sembra quantomeno necessario.
La leva obbligatoria è stata abolita dal 2005, e da allora si nota visivamente una gran differenza caratteriale e non solo tra chi l’ha fatta e chi no. La leva obbligatoria non serviva soltanto per individuare professionisti da aggiungere alle fila dell’Esercito, ma è stata fondamentale per i giovani che hanno avuto la fortuna di effettuarla. Li educa alla vita, insegna loro a cavarsela da soli e gli permette di vivere in una società dove bisogna rispettare delle regole, esattamente come nel mondo del lavoro.
Oggi che è stato divulgato un bando di concorso per 4.000 posti nell’Esercito Italiano, i nostri giovani sono
pronti ad affrontare la sfida? C’è qualcuno che ha il coraggio di mettersi in prima linea nella difesa del suo
Paese? Il futuro dell’Italia parte da noi. Ogni nostro gesto contribuisce a creare un paese migliore per i nostri figli e per i nostri nipoti. È ora di diventare protagonisti del proprio destino e non succubi. www.IlGiornale.it