Non è una marcia indietro ma poco ci manca. Barack Obama porge il ramoscello d’ulivo alla lobby delle armi. Lo fa per evitare il muro contro muro coi repubblicani in vista di un accordo sul debito al Congresso. Pare che a consigliargli una linea più mordbida sia stato Bill Clinton. “A Camp David spariamo – dice Obama – facciamo sempre il tiro al piattello. Ho grande rispetto per le tradizioni di caccia del paese”, dice il presidente in un’intervista a The New Republic. E a chi chiede con insistenza più controlli per le armi Obama lancia un messaggio: “Qualche volta ascoltino di più di quanto fanno” le ragioni degli altri.

“Il Secondo Emendamento è importante e rispettiamo i diritti dei proprietari di armi responsabili” afferma Obama, sottolineando che per andare avanti nel dibattito sulle armi è necessario “capire che la realtà delle armi nelle aree urbane è molto diversa da quella nelle aree rurali. Se crescendo tuo padre ti introduce al fucile da caccia e trascorri la giornata a caccia con la famiglia, questa diventa una tradizione che vuoi proteggere. Ed è colmare questo divario che ritengo sia parte del compito che ci troveremo ad affrontare nei prossimi mesi. Questo significa che chi è per il controllo delle armi dovrebbe ascoltare di più”. La parziale marcia indietro basterà a placare la rabbia della lobby delle armi, che non ha mandato giù i 23 decreti esecutivi firmati da Obama sull’onda emotiva della strage di Newtown? E il ramoscello d’ulivo ammorbidirà i repubblicani inducendoli a più miti consigli, al Congresso, per trovare un accordo e alzare il tetto del debito scongiurando una volta per tutte il default? Lo scopriremo nei prossimi mesi.

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