Il Los Angeles Times scrive che gli 007 americani sono molto arrabbiati con Obama. Il quotidiano pubblica lo sfogo di diversi componenti dello spionaggio Usa, ovviamente rimasti anonimi. “Barack Obama ci ha scaricato – rivela una fonte –  ci ha abbandonato al nostro destino, prendendo le distanze dallo scandalo Nsa. Il presidente – prosegue – potrebbe non aver ricevuto briefing specifici sullo spionaggio dei leader, come dice la Nsa. Ma certamente tutto il Consiglio nazionale della Sicurezza della Casa Bianca sapeva cosa stesse accadendo, sostenere il contrario è semplicemente ridicolo”.

Altre fonti citate dal giornale ammettono di non sapere come sono andate le cose per quanto riguarda l’ascolto delle telefonate dei leader. Ma spiegano quali sono le procedure che regolano questo tipo di operazioni: “Se un leader straniero si trova sotto controllo e le sue telefonate sono intercettate, il relativo ambasciatore degli Stati Uniti nel Paese alleato e il membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca che si occupa dei rapporti con questi Paesi certamente ricevono rapporti regolari”.  Insomma, spiegano le fonti, “qualsiasi decisione di spiare i leader stranieri di Paesi amici viene assunta con il contributo del Dipartimento di Stato, che è tenuto a considerare il rischio politico dell’operazione. Qualsiasi informazione raccolta considerata utile viene quindi consegnata alla Consigliere del presidente per la lotta al terrorismo Lisa Monaco, a lei come ad altri funzionari di spicco della Casa Bianca”.

A Washington è già cominciata la lotta per trovare una testa da far rotolare, a cui attribuire ogni responsabilità, in modo da salvare capra e cavoli: placare la rabbia degli europei e al contempo salvare l’immagine già offuscata del presidente.

Proposta bipartisan per le intecettazioni interne

Si chiama “Usa Freedom Act” la nuova proposta di legge bipartisan presentata oggi che punta a una riduzione drastica delle intercettazioni telefoniche e comunicazioni via internet da parte dell’intelligence sul fronte interno. Promotori del testo, che chiede maggiore trasparenza e rispetto della privacy, sono il deputato repubblicano del Wisconsin, Jim Sensenbrenner e il senatore democratico del Vermont, Partick Leahy. In sostanza è una riforma della controversa sezione 215 del Patriot Act, che ha già ricevuto l’appoggio del New York Times, ma soprattutto delle grandi aziende del web, da Yahoo a Google, da Apple, Twitter, Facebook, oltre che delle maggiori organizzazioni a tutela dei diritti civili.

Il nuovo direttore dell’Fbi: sfidò Bush sulle intercettazioni

James Comey ha sostituito dopo 12 anni Robert Mueller: si è insediato alla direzione dell’Fbi prestando giuramento davanti a Obama. Ex funzionario dell’amministrazione di George W. Bush, Comey viene ricordato per aver sfidato proprio l’ex
presidente sul terreno delle intercettazioni “selvagge”. Fu nel 2004, quando era ministro alla giustizia ad interim: respinse la richiesta della Casa Bianca di firmare un programma che avrebbe consentito intercettazioni telefoniche senza alcun mandato.

 

 

 

 

Tag: , ,