Non ha ancora deciso cosa fare da “grande”. Ora però c’è una novità, ed è lui stesso a renderla nota: entro la fine dell’anno Jeb Bush deciderà se candidarsi per le elezioni 2016. Lo ha detto in un intervento alla George Bush Presidential Library, dove sono stati celebrati i 25 anni dell’inizio della presidenza di Bush padre (l’evento era chiuso alla stampa ma moderato da Shannone Bream, di Fox News – guarda). Fino ad ora non era mai stato così diretto sull’argomento, anche se da mesi si rincorrevano voci sul suo conto, suffragate da un certo attivismo pubblico.

Da tempo l’ex governatore della Florida sostiene la necessità di una riforma dell’immigrazione. Ora torna a farlo con una certa forza e mette in guardia chi, nel suo partito, è solito usare una una “retorica politica dura” sull’argomento.  Li invita a cercare di comprendere chi entra nel paese illegalmente: “Sì, infrangono la legge ma non è un reato: è un atto d’amore e un impegno verso la propria famiglia”. Per certi versi sembra quasi di sentir parlare Obama. Invece è Bush, figlio e fratello di due ex presidenti degli Stati Uniti, repubblicano come loro e, con questa nuova dichiarazione, a un passo dalla svolta: l’annuncio della corsa per la Casa Bianca. Per conquistare la quale, come ha insegnato Obama nel 2012, la “carta immigrati” è fondamentale.

Doppia festa in casa Bush

Ancora è presto per dire se un altro Bush siederà alla Casa Bianca. Intanto lo scorso weekend la famiglia ha festeggiato i suoi due ex presidenti. Lo ha fatto a Dallas, dove è stata inaugurata la prima mostra di quadri di George W. Bush, in cui sono esposti i ritratti dei leader mondiali da lui incontrati e con i quali ha stretto un rapporto di “diplomazia personale”, come recita il titolo della mostra aperta nella biblioteca presidenziale che si trova nella Southern Metodist University. Trai i leader ritratti, Silvio Berlusconi, Vladimir Putin, Tony Blair, il Dalai Lama e Hamid Karzai. Sempre nell’ultimo weekend a College Station, alla grande festa in onore di George H.W. Bush, hanno preso parte diversi membri del Congresso, che da Washington hanno raggiunto il Texas per non perdere l’evento, destinato a riaccendere i riflettori sulla famiglia più potente del partito repubblicano. Ed in particolare su Jeb, il 61enne fratello minore di George, considerato un possibile candidato alle prossime primarie presidenziali.

Per approfondire: The Washington Post – The Wall Street Journal

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