Bloomberg non si candida
Per dare l’annuncio agli americani ha scelto la sua agenzia di stampa (leggi qui). L’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, non correrà per le elezioni presidenziali. “Negli ultimi mesi – scrive in un comunicato a sua firma – molti americani mi hanno invitato a correre per la presidenza come indipendente e alcuni cui non piacciono gli attuali candidati hanno sottolineato che farlo è mio dovere patriottico. Apprezzo i loro appelli, che ho considerato seriamente. La scadenza è adesso”. Poi l’amara constatazione: “Quando guardo ai dati, mi è chiaro che se entrassi nella corsa non potrei vincere“.
Bloomberg scioglie la riserva escludendo la possibilità di una sua candidatura perché, come lui stesso spiega, la presenza di un candidato indipendente potrebbe fare il gioco di Trump o del senatore Cruz. “Al punto in cui si trova ora la corsa, con i Repubblicani che dominano le Camere ci sono buone possibilità che una mia candidatura possa portare all’elezione di Donald Trump o Ted Cruz. In coscienza, non è un rischio che posso prendere”.
Nei confronti dei due più forti candidati repubblicani Bloomberg non usa parole di apprezzamento: Trump ha condotto “la campagna presidenziale più divisiva e demagogica che io ricordi, facendo leva sui pregiudizi e sui timori della gente”, appellandosi “ai nostri peggiori impulsi”. “Minacciare di bandire i musulmani stranieri – prosegue – è un assalto diretto a uno dei due valori chiave che hanno fatto crescere la nostra nazione: la tolleranza religiosa e la separazione tra chiesa e stato”. E ancora: “Attaccare e promettere di deportare milioni di messicani, simulando l’ignoranza dei suprematisti bianchi, e minacciare la Cina e il Giappone di guerre commerciali, è anche questo pericolosamente sbagliato”. Prosegue ammonendo che queste mosse “potrebbero dividerci a casa e compromettere la nostra leadership morale nel mondo”. Ma Bloomberg non risparmia neppure Cruz, la cui posizione sull’immigrazione a suo avviso “può mancare degli eccessi retorici di Trump” ma non è “meno estremista” e “meno divisiva”.
Da qui arriva la decisione di Bloomberg: “Amo troppo il mio Paese per avere un ruolo nell’elezione di un candidato che potrebbe indebolire la nostra unità e oscurare il nostro futuro e quindi non entrerò nella corsa per la presidenza degli Stati Uniti”.
Tra i primi a commentare l’annuncio del miliardario i due candidati democratici, Hillary Clinton e Bernie Sanders. L’ex first lady (che tira un sospiro di sollievo) dice di avere “grande rispetto” per la decisione dell’ex sindaco di New York. Sanders, invece, insiste sul fatto che Bloomberg è un miliardario: “Ed è una cattiva idea per la democrazia americana che solo i ricchi possano correre per le presidenziali”.