I Bush, gli Stones e Trump
Gli ex presidenti George H. W. Bush e George W. Bush (padre e figlio) non daranno il loro sostegno a Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. Come riporta il quotidiano Texas Tribune i due resteranno in silenzio durante la campagna elettorale. “A 91 anni il presidente Bush si è ritirato dalla politica”, ha fatto sapere il suo portavoce, Jim McGrath, nonostante l’ex presidente abbia partecipato di recente alla raccolta fondi per la campagna dell’altro figlio, Jeb, durante le primarie. Secondo McGrath quella “è stata l’eccezione che conferma la regola”. L’assistente personale di George W. Bush, Freddy Ford, ha spiegato che l’ex presidente “non ha intenzione di partecipare o di esprimere commenti sulla corsa presidenziale”.
In passato andò diversamente. Nel 1996 Bush padre si impegnò nella campagna di Bob Dole, suo storico rivale nel partito, mentre nel 2000 e nel 2004 sostenne il figlio. Nel 2008 e nel 2012 i due ex presidenti appoggiarono rispettivamente John McCain e Mitt Romney. Quest’anno la “famiglia” si era schierata, compatta, al fianco di Jeb Bush, ex governatore della Florida. Oltre a rapporti di sangue, c’era anche lo sforzo di difendere una certa idea della destra, distante dalla linea Trump. Al punto che, dopo essersi ritirato dalla corsa, pur di non far prevalere Trump Jeb ha finito col dare il proprio endorsement a Ted Cruz, pur essendo politicamente molto lontano anche da lui.
I Rolling Stones diffidano Trump
La storica rock band inglese ha intimato a Trump di non usare le proprie canzoni in campagna elettorale. Gli Stones si uniscono così ad altri artisti che hanno chiesto a Trump di astenersi “con effetto immediato” di far suonare la loro musica nel corso di eventi politici. Il tycoon per mesi ha usato le canzoni degli Stones assieme a brani di Elton John, pezzi d’opera e classici del rock. Tra le canzoni più gettonate nella sua colonna sonora elettorale c’era “You Can’t Always Get What You Want” (1969), mentre di recente è stata suonata “Start Me Up” e in passato “Sympathy for the devil” e “Brown sugar”. Tra gli artisti più famosi che hanno ordinato a Trump di non usare le loro canzoni si segnalano Adele, Steven Tyler (Aerosmith), Neil Young e gli ex membri dei Rem.