Paul Ryan gela Trump
“No, al momento non posso ancora sostenere Donald Trump. Deve fare di più per unificare il partito”. Lo speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, non se la sente di dare il proprio sostegno al tycoon. Si unisce, così, alla lista di chi, tra i vertici del Grand Old Party, è riluttante ad appoggiare Trump. Ryan, però, lascia la porta aperta: “I conservatori vogliono sapere se condivide i nostri valori”, ha detto in un’intervista alla Cnn, “spero di poter sostenere il candidato repubblicano. Ma non siamo ancora a quel punto”. E ancora: “Credo che lui debba fare di più per unire il partito – ha detto ancora l’ex candidato alla vice presidenza nel 2012 – poi deve presentarsi e rivolgersi a tutti gli americani, di tutti i ceti e background, e alla maggioranza degli elettori indipendenti”. Ma soprattutto, ha detto ancora Ryan, Trump deve mandare segnali all’elettorato del partito repubblicano: “Credo che i conservatori vogliano sapere che lui condivide i nostri valori e principi sul governo e sul ruolo dell’esecutivo”. Il succo del messaggio che lo speaker della Camera lancia a Trump è questo: dimostra di essere un vero repubblicano, portando avanti (tutti) i valori del Gop, e avrai il sostegno di tutti i leader del partito.
In passato Ryan era stato chiamato in causa come possibile sfidante di Trump alla convention di Cleveland, nel caso in cui il tycoon non riesca a raggiungere quota 1.237 delegati e conquistare automaticamente la nomination. Ma lui ha fatto sapere di non voler accettare alcuna candidatura. Dopo gli ex presidenti Bush, padre e figlio e gli ex candidati John McCain e Mitt Romney, si allunga la lista dei “Never Trump” (Mai con Trump).
Dura la replica di Donald Trump: “E io non sono pronto a sostenere” l’agenda dello speaker. Questa la reazione a caldo. Poi si è detto “realmente sorpreso” della reazione dello speaker, ed ha annunciato che avrà un faccia a faccia con lui la prossima settimana. “Parla dell’unità ma cos’è questa unità?”, ha osservato in un’intervista telefonica con Fox News. E ancora: “Non è una buona cosa, è qualcosa che il partito deve risolvere rapidamente”. Trump ha criticato Ryan anche per aver perso nella corsa per la Casa Bianca come numero due di Mitt Romney nel 2012: “Quella era una gara che doveva essere vinta facilmente”, una gara “più facile di quella che abbiamo quest’anno”.
Se Ryan ha gelato Trump, il presidente del Grand Old Party, Reince Priebus, ha ribadito il proprio sostegno al tycoon. Priebus ha spiegato di sostenere Trump anche se non è d’accordo con alcune sue idee, come mettere al bando i musulmani dagli Usa. Il presidente del partito confida comunque nella possibilità di arrivare all’unità: Ryan “non è ancora lì, ma vuole arrivarci”, ha cercato di rassicurare Priebus, aggiungendo che per alcune persone è necessario tempo per lavorare sulle differenze con Trump. Il problema, secondo alcuni media, è che Ryan deve fare i conti con un partito diviso e con il timore di perdere con Trump, insieme alla corsa per la Casa Bianca, la maggioranza al Congresso e quindi la possibilità di continuare a garantire una maggioranza repubblicana alla Corte Costituzionale. Insomma, in ballo non c’è solo la Casa Bianca.