Al via a Cleveland la convention nazionale repubblicanaLa convention del Partito repubblicano parte tra le proteste, dentro e fuori la Quicken Loans Arena di Cleveland. Fuori dal palazzetto che ospita i lavori si affrontano pacificamente (grazie anche all’imponente spiegamento di forze dell’ordine) sia i sostenitori che gli oppositori del tycoon. Dentro, invece, ad accendere le polveri sono i delegati repubblicani del movimento “Never Trump”, guidati dal senatore dello Utah Mike Lee: urlano e fanno un gran baccano pretendendo una votazione nominale. Il loro obiettivo è forzare la “clausola di coscienza” per svincolare i delegati rispetto al sostegno a Trump. Sono nove gli Stati che hanno chiesto una votazione per appello nominale, dopo poco, però, tre hanno cambiato idea, spiega Steve Womack, deputato repubblicano dell’Arkansas. La presidenza del partito dunque boccia la richiesta: troppo poche le richieste. I delegati della Republican National Convention ratificano la piattaforma 2016 tra i mal di pancia di alcuni che dalla platea continuano a gridare “no”. I lavori però vanno avanti senza altri intoppi.

 

REX REPUBLICAN NATIONAL CONVENTION CLEVELAND

L’ingresso di Trump nell’arena è trionfale: appare in contro luce, con effetto sfumato, sulle note dei Queen, “We are the Champions”. Lui prende la parola solo per presentare la moglie: “È mio grande onore presentare la prossima first lady degli Stati Uniti, mia moglie, un’incredibile madre ed una formidabile donna. Melania Trump”. E chiude così: “Vinceremo e alla grande. Grazie a tutti”. La 45enne ex modella slovena legge un discorso senza troppe pretese. Che però ha un grave peccato originale: somiglia troppo, in diversi punti, a quello pronunciato da Michelle Obama nella convention democratica del 2008. Dicono che Melania abbia lavorato alcune settimane (5-6) per prepararlo. Facile ipotizzare che chi l’ha aiutata (perché in una campagna elettorale di questo tipo lavorano i professionisti della comunicazione) non sia stato particolarmente bravo e ispirato. Di sicuro qualche testa “salterà”. Guarda le frasi “copia e incolla” (VIDEO).

 

Vediamo ora cosa ha detto Melania. “Con tutto il cuore so che Donald farà una grande e duratura differenza. Non si arrenderà mai e mai vi deluderà… lui sa come vincere. E se cercate qualcuno pronto a lottare per voi e il vostro Paese, lui è l’uomo giusto”. Emozionata, con un accento straniero marcato, non si è limitata a delineare il carattere del marito ma ha presentato se stessa: “Sono nata in Slovenia, un piccolo bellissimo Paese allora comunista dell’Europa dell’Est… ho girato il mondo, lavorando duro nell’incredibile arena della moda”.

“Fin da giovane – quREX REPUBLICAN NATIONAL CONVENTION CLEVELANDesto è uno dei passaggi più simili a quello di Michelle  – i miei genitori mi hanno insegnato il valore del lavorare duramente per quello che si vuole nella vita, che le promesse vanno mantenute e che si deve fare ciò che si promette di fare”.

Dopo aver sottolineato l’orgoglio di essere diventata cittadina americana, ha reso omaggio a Bod Dole, senatore veterano di guerra presente in sala (candidato alla presidenza nel 1996), al quale viene tributata una standing ovation. “Se avrò l’onore di servire come first lady, userò questo meraviglioso privilegio per aiutare chi ne ha più bisogno – ha detto ancora Melania – le donne e i bambini”. Al termine dell’intervento, durato circa 15 minuti, viene raggiunta sul palco dal marito, per i saluti finali, prima di ripartire insieme per New York. Se Trump diventasse presidente, Melania sarebbe la prima first lady non nata negli Stati Uniti dai tempi di John Quincy Adams, che aveva sposato la britannica Louisa.

“Donald vuole rappresentare tutti – ha aggiunto Melania –  non solo una parte delle persone. Se volete qualcuno che combatta per voi e il vostro paese, vi posso assicurare che è l’uomo giusto”. Melania riconosce i “toni concitati e drammatici” della campagna elettorale del marito, ma si dice certa però che lui “resta concentrato su una cosa, questo bellissimo paese che tanto ama”.

 

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