Bannon batte Trump
Si è combattuta una strana battaglia in Alabama, nelle primarie repubblicane per il seggio al Senato lasciato vacante da Jeff Sessions, ministro della Giustizia. I principali sfidanti erano Luther Stange, coccolato e stimato dal mondo degli affari, e l’ultraconservatore Roy Moore, famoso perché in alcuni comizi ha estratto la pistola per mostrare di essere un fiero difensore del “secondo emendamento”. Moore si è imposto con il 54,9%. E Trump ha perso contro Bannon.
L’ex stratega del presidente, Steve Bannon, aveva deciso di sostenere Moore contro Trump, dicendo che in questo modo intendeva salvare il “trumpismo”. M il candidato scelto dal presidente era l’altro, Stange. “Finisci il lavoro, vota per Big Luther”, aveva twittato Trump poco prima dell’apertura dei seggi. Bannon invece in un comizio aveva mostrato i muscoli: “È venuto il momento di mostrare al mondo che questo movimento populista, nazionalista e conservatore è in crescita. Un voto per Ray Moore è un voto per Donald J. Trump”.
Preso atto della sconfitta Trump ha glissato, facendo i complimenti al vincitore: “Congratulazioni a Roy Moore per la sua vittoria nelle primarie dell’ Alabama. Ora vinci a dicembre”, ha aggiunto il presidente, riferendosi alla sfida di Moore con il democratico Doug Jones. Esulta invece Bannon: “L’establishment del partito repubblicano è in ginocchio”, ha detto l’ex capo stratega della Casa Bianca, che ha parlato di “vittoria a mani basse”.
Poco prima il leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, aveva annunciato che il Gop non voterà la proposta di legge Graham-Cassidy per l’abolizione dell’Obamacare. Al termine di una riunione a porte chiuse con altri congressisti repubblicani, è infatti apparso evidente che al Grand Old Party mancavano i voti necessari per approvare la riforma con maggioranza semplice. Dopo John McCain e Rand Paul anche la senatrice Susan Collins si è infatti detta pronta a votare contro il nuovo disegno di legge, affossando così definitivamente la proposta visto che il Gop (avendo una maggioranza di 52 a 48) poteva permettersi soltanto due defezioni. “Se fallirete nell’abolire l’Obamacare lavorerò per un compromesso con i democratici”, ha tuonato Trump, che ora punta tutto sulla riforma fiscale che, ha promesso, sarà la più imponente dai tempi di Ronald Reagan. Il piano, messo a punto dalla Casa Bianca e dai leader repubblicani al Congresso, è pronto e a breve sarà presentato.