L’ultima mossa di Trump parte dal Texas
L’ultima mossa di Trump per impedire a Biden di insediarsi alla Casa Bianca prevede un ricorso diretto alla Corte Suprema. Impossibile, secondo la costituzione, ma non se riguarda dispute tra gli stati. Ed è proprio qui che si inserisce la richiesta che lo Stato del Texas ha formulato alla Corte suprema degli Stati Uniti: impedire ai grandi elettori di quattro Stati (Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin) di votare al Collegio elettorale. Formalmente il Texas ha anche chiesto il rinvio della riunione del Collegio elettorale, in programma il 14 dicembre. L’azione legale è stata resa nota dal procuratore generale del Texas, il repubblicano Ken Paxton, e si basa sull’assunto che i quattro Stati non sono riusciti a impedire brogli che avrebbero riguardato il voto per corrispondenza. La risposta dei procuratori generali degli stati chiamati in causa non si è fatta attendere: “(Paxton, ndr) ha messo la lealtà verso una persona prima di quella alla nazione”, ha detto l’attorney general del Michigan Dana Nessel. Dure anche le parole dell’attorney general della Georgia, Chris Carr (unico repubblicano dei quattro), che ha fatto sapere che il collega texano afferma “cose costituzionalmente, legalmente ed effettivamente sbagliate riguardo alla Georgia”.
Trump affila le armi e su Twitter scrive che il suo team si unirà al ricorso presentato dal Texas. “Interverremo nel caso del Texas (e di molti altri stati), questo è un caso importante, il nostro Paese ha bisogno di una vittoria!”. E in un altro tweet scrive: “Wow! Almeno 17 stati si sono uniti al Texas nell’azione straordinaria contro la più grande frode elettorale della storia degli Stati Uniti. Grazie!”.
Dallo staff di Biden si sottolinea intanto che “decine di tribunali hanno respinto le affermazioni confutate e senza merito di Trump e dei suoi alleati, e ora la massima corte nel Paese si è unita a loro, senza un singolo dissenso, nel respingere questo assalto al processo elettorale. Le elezioni sono finite, Joe Biden ha vinto e giurerà come presidente a gennaio”. Lo ha detto il portavoce di Biden, Mike Gwin, dopo che la Corte Suprema americana ha respinto la richiesta dei repubblicani della Pennsylvania di bloccare la certificazione dei risultati elettorali nello Stato.
Bisogna registrare anche la lettera che 27 deputati repubblicani della Camera dei Rappresentanti ha inviato a Trump per chiedergli di ordinare al ministro della Giustizia William Barr di nominare un procuratore speciale per indagare sui presunti brogli delle elezioni del 3 novembre. Lo riporta Fox News, che ha ottenuto una copia della lettera, inviata stamattina alla Casa Bianca. Nella missiva si accusa il dipartimento di Giustizia guidato da Barr di “inazione” e di “mancanza di volontà” nel lanciare un’indagine sulle “irregolarità” denunciate da Trump e dagli esponenti della sua campagna. Nei giorni scorsi Barr aveva detto che non erano emerse irregolarità tali da ritenere falsato il risultato delle elezioni presidenziali.