Parole durissime quelle che Joe Biden in un incontro a Varsavia con alcuni rifugiati ucraini ha rivolto al presidente russo Vladimir Putin: lo ha definito un “macellaio“. E nel discorso sulla libertà pronunciato al castello reale della capitale polacca, ha aggiunto che “(Putin, ndr) non può restare al potere”. Dopo alcune ore la correzione di tiro: un funzionario della Casa Bianca ha precisato che Biden non intendeva parlare di un cambio di regime in Russia ma voleva dire che “Putin non può esercitare potere sui suoi vicini o sulla regione”. Precisando che Biden “non ha messo in discussione il potere di Putin in Russia né (ha chiesto, ndr) un cambio di regime” a Mosca. Poi il segretario di Stato Antony Blinken ha assicurato che gli Stati Uniti non perseguono una strategia per cambiare il regime in Russia: “Penso che il presidente, la Casa Bianca, ieri sera abbiano sottolineato che, semplicemente, al presidente Putin non può essere assegnato il potere di fare una guerra o impegnarsi in un’aggressione contro l’Ucraina o chiunque altro. Come sapete, e come ci avete sentito dire ripetutamente, non abbiamo una strategia di cambio di regime in Russia o altrove”.

Di certo con quelle sue parole Biden non ha usato il fioretto. E come ha sottolineato Richard Haass, presidente del Council on Foreign Relations, quelle parole hanno reso “una situazione difficile più difficile e una situazione pericolosa più pericolosa”.

Esasperano il clima le parole del presidente americano? Sicuramente. Ha sbagliato? Sì, in certe situazioni non si può aprire la bocca e far uscire, senza freni, ciò che si pensa. Ma con le bombe che da più di un mese devastano l’Ucraina, i carri armati che circondano le città, la la disperazione dei civili sfollati dalle loro case, la fame e la paura, qualche sbavatura (dovuta anche allo stress, alla stanchezza e all’età) va messa nel conto. Non che sia giusta né giustificabile.

Le parole di Biden non sono state apprezzate da diversi paesi europei. Come riporta Bfmtv per il presidente francese Emmanuel Macron bisogna evitare “l’escalation” nelle “parole e nelle azioni”. Presa di distanza anche dal Regno Unito: il segretario all’Istruzione, Nadhim Zahawi, in alcune dichiarazioni a Sky ha detto che “sta al popolo russo decidere da chi essere governato. Penso tuttavia – ha aggiunto – che la gente in Russia sia piuttosto stufa di quello che succede in Ucraina: l’invasione illegale, la distruzione delle loro stesse fonti di sostentamento. La loro economia sta collassando attorno a loro e credo quindi che i russi decideranno loro della sorte di Putin e dei suoi accoliti”.

Biden cita Giovanni Paolo II

“Grazie. È un grande onore essere qui. ‘Non abbiate paura’. Sono state le prime parole del primo discorso pubblico del primo Papa polacco dopo la sua elezione nell’ottobre del 1978. Erano le parole che avrebbero definito Papa Giovanni Paolo II. Parole che avrebbero cambiato il mondo. Giovanni Paolo II portò quel messaggio qui a Varsavia nel suo primo viaggio di ritorno a casa come Papa, nel giugno del 1979. Era un messaggio sul potere – il potere della fede, il potere della resilienza e il potere del popolo. “Di fronte a un sistema di governo crudele e brutale, era un messaggio che ha aiutato a porre fine alla repressione sovietica nella terra centrale e nell’Europa orientale 30 anni fa. Quel messaggio supererà la crudeltà e la brutalità di questa guerra ingiusta. Quando Papa Giovanni Paolo portò quel messaggio nel 1979, l’Unione Sovietica governava con il pugno di ferro dietro una cortina di ferro. Poi, un anno dopo, il movimento di Solidarnosc prese piede in Polonia. E anche se so che non poteva essere qui stasera, siamo tutti grati in America e nel mondo a Lech Wasa. Mi ricorda quella frase del filosofo Kierkegaard: ‘La fede vede meglio nel buio’. E ci sono stati momenti bui. Dieci anni dopo, l’Unione Sovietica crollò, e la Polonia e l’Europa centrale e orientale sarebbero state presto libere. Niente di quella battaglia per la libertà è stato semplice…”

 

 

Foto: Ansa

 

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