Le ferite della crisi rischiano di mandare in setticemia buona parte delle piccole e medie imprese italiane, già soffocate dalla stretta al collo dei prestiti decisa dalle banche per fare quadrare i bilanci con le regole di Basilea III. Ora le banche si preparano però a spruzzare sulla pelle delle  imprese un po’ di pesticida contro lo Stato Italiano che paga le proprie fatture in deplorevole ritardo. In attesa della emanazione del decreto che recepisce il regolamento operativo del Fondo di garanzia per le Pmi, il 63,5% delle banche italiane, in termini di sportelli sul territorio, è infatti pronto ad aderire ai due protocolli (sottoscritti il 22 maggio) per agevolare lo smobilizzo dei crediti fornitrici che le aziende hanno verso la Pubblica amministrazione, nella speranza di agevolare così un nuovo flusso di investimenti e quindi la ripresa. La lista delle banche è disponibile sul sito dell’Abi:  www.abi.it.

Il ministero dell’Economia e l’Abi hanno siglato poi la convenzione che permette l`accesso da parte delle banche alla piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti verso le amministrazioni pubbliche. «Il collegamento tra la piattaforma elettronica pubblica e il sistema finanziario – sottolinea il ministero dell’Economia – permette a banche e intermediari finanziari di verificare direttamente lo stato del credito, velocizzando e semplificando le procedure di anticipazione o sconto per le imprese fornitrici della pubblica amministrazione».

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