Il Credit Suisse non fa credito all’Italia
Il Credit Suisse non si lascia conquistare dai saldi di Piazza Affari e lascia appeso il cartello «trattare con cautela» sui bilanci delle grandi banche italiane: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Monte dei Paschi e Ubi Banca
Al palato della casa elvetica, che ieri hanno diffuso uno studio ad hoc, la preferita resta Intesa Sanpaolo di Enrico Tomaso Cucchiani, cui gli analisti del Credit Suisse riconoscono una redditività strutturale più elevata del resto del settore: il giudizio resta «neutrale», con un target price però arrotondato da 1,35 a ,140 euro. Va un po’ peggio alla Unicredit di Federico Ghizzoni che, a causa degli irrisolti nodi del sistema Italia, si vede tagliare il prezzo obiettivo da 3,60 a 3,35 euro, sempre con pagella «neutrale». Non molto diversa la sentenza per Ubi Banca di Victor Massiah, cui il Credit Suisse conferma il prezzo obiettivo di 2,5 euro ma ritiene si muoverà peggio del mercato (il giudizio è underperform). In fondo alla lista Monte dei Paschi che paga il prestito speciale ottenuto dal Tesoro, prima con i Tremonti-bond poi con i Monti-bond, e un terzo trimestre comunque debole sotto il profilo dei risultati: anche per l’istituto guidato da Fabrizio Viola il verdetto è underperform, con target price appena limato da 16 a 15 centesimi.
Il momento è ancora più difficile per la Banca Popolare di Milano di Andrea Bonomi e Piero Montani, che ha deciso una reazione muscolare per tentare di fermare la scure lasciata intravedere lo scorso fine settimana da Moody’s (il rating di Bpm è stato sotto osservazione minacciando la possibile riduzione). Piazza Meda ha espresso «disappunto per il modo in cui tale decisione è maturata», dicendosi pronta a a tutto per tutelare la banca, i suoi azionisti e gli investitori visto che, malgrado più volte invitati, «nessun analista di Moody’s ha ritenuto necessario incontrare il nuovo management» che con Bonomi sta cercando di risollevare le sorti dell’istituto sotto gli occhi attenti di Bankitalia.
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