Nel corso di questa puntata di Wall & Street Live abbiamo ospitato Marina Capizzi, co-founder di Primate Consulting, per discutere di un tema centrale e spesso trascurato nella gestione aziendale: la sicurezza psicologica. Secondo Capizzi, essa è la percezione di poter esprimere liberamente il proprio pensiero, porre domande e condividere errori all’interno di un contesto lavorativo senza temere ripercussioni. «Quando percepiamo una sufficiente sicurezza psicologica, ci sentiamo liberi di esprimerci e confrontarci. Questo non solo migliora la performance individuale, ma ha un impatto esponenziale sulla qualità delle performance di team», ha spiegato.

Capizzi ha sottolineato come nelle organizzazioni moderne il lavoro sia intrinsecamente collettivo. Il paradigma secondo cui le prestazioni sono esclusivamente individuali è superato: «Oggi le prestazioni sono soprattutto collettive. Lavoriamo continuamente in relazione con gli altri, anche se non fisicamente presenti. La sicurezza psicologica è il terreno su cui si costruiscono performance eccellenti». In questo contesto, uno degli aspetti più critici è la gestione degli errori. «Nei contesti di lavoro attuali, dove le persone non percepiscono sicurezza psicologica, gli errori non vengono condivisi, e questo può portare a conseguenze molto gravi. Serve una cultura che valorizzi l’errore come strumento di apprendimento», ha sottolineato.

Autrice della prefazione dell’edizione italiana di “Il giusto errore” di Amy Edmondson, Marina Capizzi ha descritto il legame tra sicurezza psicologica e gestione degli errori, definendo la seconda come una “scienza del fallire bene”. Edmondson, ha spiegato Capizzi, distingue tra errori inaccettabili, errori prevenibili ed errori intelligenti, questi ultimi fondamentali per innovare e crescere. «Parliamo di identificare ambiti sicuri dove sperimentare e prepararsi al fallimento in modo responsabile», ha proseguito. La sicurezza psicologica, comunque, non significa permissività o impunità. «Non si tratta di dire tutto ciò che passa per la testa senza conseguenze. Si tratta di sentirsi responsabili di esprimere opinioni, idee o difficoltà, anche quando può essere difficile», ha rimarcato.

Nel contesto delle piccole e medie imprese italiane, le sfide non mancano. Tuttavia, Capizzi ha evidenziato che la promozione della sicurezza psicologica è una strategia vantaggiosa per aziende di ogni dimensione. «Motivare le persone a contribuire ai risultati porta benefici a tutti, migliorando l’engagement e le performance», ha rilevato. Un passaggio cruciale, secondo Capizzi, riguarda l’evoluzione delle gerarchie tradizionali verso strutture più autonome. «La sfida principale è redistribuire le autonomie decisionali. Dobbiamo creare contesti in cui le persone possano confrontarsi, assumersi la responsabilità degli errori e prendere decisioni rapidamente quando necessario», ha evidenziato. «La trasformazione delle nostre organizzazioni richiede una leadership empatica e un’evoluzione delle strategie, adattandole alla realtà di ciascuna azienda», ha concluso.

Gian Maria De Francesco

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