Per Morgan Stanley l’Europa non è una «scarpa vecchia»
Fino a oggi molti opinion-maker (ma anche qualche sedicente guru) ci hanno riempito le orecchie con il pessimismo, con la crisi, i consumi fermi, le banche che non prestano un euro e l’economia che per questo si avvita in una spirale negativa. Insomma, a sentire queste campane l’Europa e le sue Borse sarebbero da buttar via come si fa con una scarpa vecchia la notte di Capodanno.
Ecco c’è chi quella scarpa vecchia è pronto a raccoglierla. È Morgan Stanley che nell’outlook per il 2013 rovescia le prospettive del senso comune (e anche del sentito dire) partendo da un presupposto: nel 2013 converrà investire nelle Borse del Vecchio Continente perché le quotazioni sono ai minimi storici e quindi il potenziale di rialzo è maggiore (+10% in media). L’analisi è molto in controtendenza e vale la pena esporla per sommi capi.
In primo luogo, gli analisti della banca americana sono convinti che basti veramente poco per far riaccendere la spia che segnala una finanza in ottima salute: le fusioni e le acquisizioni (in termine tecnico M&A). Un lieve miglioramento dell’indice di fiducia delle imprese potrebbe convincere le aziende quotate che dispongono di un’elevata liquidità che è giunto il momento di remunerare gli azionisti non solo con i dividendi ma anche con la crescita esterna che rende più elevati gli incassi. In quest’ottica ci sono campioni come Volkswagen, Eads e Shell che potrebbero cambiare la loro politica di «investimento». E l’M&A è come le ciliegie a giugno: un’acquisizione tira l’altra, il mercato riparte, le quotazioni risalgono e i dividendi fioccano. Predicarlo ora in Europa è come affermare che nel deserto sgorgherà una sorgente, ma una scommessa di Morgan Stanley vale la pena di essere annotata.
Gli esperti, comunque, dispensano altri suggerimenti per coloro che hanno un orizzonte concentrato più sul «valore» (cioè sulla resistenza di un titolo agli choc e sulla sua capacità di remunerare) che sulla «crescita» (il potenziale di rialzo che c’è in ogni azione). Basta solo questo accenno per comprendere quale sia l’orientamento di Morgan Stanley: «Basta con i bond, è ora di puntare sulle azioni!!!».
Infine, ecco i consigli da seguire per orientarsi meglio:
- Chi esporta ha più chance di battere la crisi più velocemente, quindi prima di investire è meglio dare un’occhiata al fatturato della società prescelta, per accertarsi che faccia una buona parte delle vendite oltre frontiera, possibilmente nei cosiddetti Paesi emergenti.
- Attenzione puntata sul settore auto, sui farmaci, per entrambi il giudizio è “sovrappesare” (overweight). Meglio invece stare alla larga, pur con qualche distinguo, da telecomunicazioni e utility in genere. Grandi sorprese, inoltre, potrebbero giungere dal comparto dei metalli.
Wall & Street