Per le famiglie italiane si avvicina l’appuntamento con il Modello 730. Alcune si sono rivolte ai Caf o a specialisti del settore, ma il peso del fisco resta per molte quasi  insostenibile. Ecco perché conoscere le modalità per pagare, legalmente, meno tasse è uno strumento utile in questi tempi di crisi.  Wall & Street ha perciò pensato a una dettagliata guida pratica con tutte le cose da sapere. In un altro post, invece, vi spieghiamo come si può abbattere il carico fiscale sulla casa scalando il costo di mutui, affitti, ristrutturazioni edilizie, interventi sulle parti comuni o per il risparmio energetico. A rispondere è il fiscalista di Ancona, Paolo Duranti. Ma prima di tutto occorre ricordare la distinzione esistente tra le due parole-chiave per la compilazione del 730.

Deduzione: riduzione della base imponibile (cioè il reddito complessivo) sulla quale viene applicata l’imposta

Detrazione: agevolazione che consente di abbattere l’imposta

 

Dottor Duranti, quando è preferibile compilare il modello Unico e quando il 730?

«Innanzitutto si deve premettere che non tutti i lavoratori dipendenti e pensionati possono utilizzare il 730; essendo tenuti a presentare l’Unico, ad esempio, i soggetti che oltre al reddito di lavoro dipendente possiedono anche redditi d’impresa e redditi derivanti dall’esercizio di arti o professioni. Detto questo, nei casi in cui il contribuente può scegliere tra i due modelli, il 730 è preferibile in presenza di crediti d’imposta, in quanto a differenza dell’Unico permette di ottenere gli eventuali rimborsi direttamente con lo stipendio o con la pensione, e quindi in tempi piuttosto rapidi».

Quali sono le principali spese deducibili per le famiglie italiane?

«Tra le principali spese deducibili rientrano innanzitutto i contributi previdenziali e assistenziali (obbligatori e volontari), i contributi per la previdenza complementare e i premi e contributi versati alle forme pensionistiche individuali, anche nel caso in cui tali oneri siano stati sostenuti per familiari fiscalmente a carico. Rientrano in questo gruppo i contributi versati per il riscatto degli anni di laurea, quelli versati per la ricongiunzione di periodi assicurativi, nonché i contributi versati dalle casalinghe al relativo fondo. Mentre per i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori e per quelli versati facoltativamente alla gestione della forma pensionistica obbligatoria di appartenenza la deducibilità è ammessa senza limiti di importo, non è così per i contributi versati a fondi chiusi e fondi aperti oppure in virtù di contratti di assicurazione sulla vita: tali oneri, infatti, sono deducibili dal reddito complessivo per un importo non superiore a 5.164,57 euro. Inoltre, per le polizze stipulate o rinnovate entro il 31 dicembre 2000, sono detraibili al 19 per cento i premi di assicurazione sulla vita e contro gli infortuni, per un importo complessivo non superiore a 1.291,14 euro. Si ricorda inoltre che dal 2012 i contributi versati con il premio di assicurazione dell’auto sono deducibili solo per la parte che supera 40 euro».

 

Quante detrazioni sono legate alla famiglia?

«Innanzitutto, occorre ricordare le detrazioni per i familiari a carico: possono beneficiarne i contribuenti che hanno, appunto, familiari a carico in possesso di un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro. A tal fine si possono considerare non soltanto il coniuge (purché non separato) e i figli (compresi quelli naturali e adottivi), ma anche altri familiari, se convivono con il contribuente o ricevono da quest’ultimo un assegno alimentare non per ordine del giudice: ad esempio, genitori, fratelli e sorelle, generi, nuore e persino i suoceri. L’ammontare della detrazione spettante non è fisso ma varia in funzione del reddito complessivo posseduto nel periodo d’imposta. In sostanza, la legge ha stabilito detrazioni di base (per un figlio sotto i tre anni, ad esempio, è pari a  900 euro), ma l’importo effettivo diminuisce man mano che aumenta il reddito, fino ad annullarsi quando il reddito complessivo arriva a 95.000 euro per le detrazioni dei figli e a 80.000 euro per quelle del coniuge e degli altri familiari. La legge permette di dedurre anche gli assegni periodici corrisposti all’ex coniuge».

 

E le spese sanitarie?

«Le spese mediche generiche – ad esempio le prestazioni rese da un medico generico o l’acquisto di medicinali – e quelle di assistenza specifica sostenute dai disabili». Si ricorda che le spese sanitarie detraibili possono essere di qualunque tipo (medico/generiche, specialistiche, chirurgiche, farmaceutiche, eccetera). Se nel corso dell’anno le spese sanitarie superano il limite di 15.493,71 euro, è possibile ripartire la detrazione spettante in quattro quote annuali di pari importo. Il contribuente deve essere in possesso della documentazione che certifica la spesa (non è necessaria la fattura, essendo sufficiente anche lo scontrino fiscale “parlante” – cioè che indichi la natura (farmaco o medicinale), la denominazione del farmaco, la quantità dei beni acquistati e l’indicazione del codice fiscale del destinatario del medicinale».

 

Le spese per l’istruzione e lo sport si possono detrarre?

«Sono detraibili le spese scolastiche e universitarie nonché quelle per la frequenza di asili nido, sia pubblici che privati: per tali costi il limite sul quale calcolare la detrazione è di 632 euro; pertanto, lo sconto massimo di imposta è pari a 120,08 euro. Le spese sostenute per l’iscrizione annuale di ragazzi dai 5 ai 18 anni ad associazioni sportive, palestre piscine ed altre strutture ed impianti sportivi destinati alla pratica sportiva dilettantistica, sono detraibili nella misura del 19 per cento, da calcolarsi su di un importo massimo di 210 euro. Con la stessa percentuale è detraibile anche l’iscrizione alla scuola superiore e all’università (anche per i fuori corso), indipendentemente dalla natura pubblica o privata dell’istituto».

 

Quali sono le regole per spese connesse a colf e badanti?

«Le spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale (badanti), nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti di vita quotidiana, sono detraibili nella misura del 19 per cento, calcolata su una spesa non superiore a 2.100 euro. Il reddito del contribuente, però, non deve superare 40.000 euro, altrimenti niente riduzioni d’imposta. Inoltre è possibile dedurre dal reddito complessivo, fino all’importo di 1.549,37 euro, i contributi previdenziali versati, per la parte a carico del datore di lavoro; questa misura si applica anche alle colf».

 

Quali altre voci completano l’elenco degli oneri detraibili?

«Rientrano in questo ambito anche le erogazioni liberali ad Onlus, associazioni di promozione sociale, istituti scolastici, nel settore dello spettacolo, per attività di rilevante valore culturale o artistico, partiti politici, associazioni sportive dilettantistiche, per calamità naturali, nonché agli enti di ricerca, comprese le università. Allo stesso modo godono della detrazione le spese veterinarie».

Wall & Street

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