Ora che la Svizzera sta stringendo accordi bilaterali riguardanti l’attenuazione del segreto bancario con i principali Paesi industrializzati, i capitali e i patrimoni fatti espatriare non sono più al sicuro.

L’Italia si sta preparando e il Consiglio dei ministri oggi varerà il decreto sulla voluntary disclosure (rivelazione volontaria, cioè autodenuncia). In pratica, considerata la situazione di illegalità di coloro che detengono attività finanziarie non comunicate all’Agenzia delle Entrate, scatterà una mini-sanatoria che durerà fino a settembre 2015. Conviene aderire o è meglio tentare la sorte rischiando di incorrere negli strali di Equitalia? Ne abbiamo parlato con l’avvocato Antonio Tomassini, responsabile del dipartimento Tax di Dla Piper.

“La voluntary disclosure è finalizzata a regolarizzare le attività finanziarie e patrimoniali (conti correnti, immobili, ecc.) detenute all’estero e non denunciate”, ricorda Tomassini specificando che, a differenza dei vecchi scudi fiscali non prevede il pagamento di un’imposta forfettaria (un una tantum e via) ma di quanto integralmente dovuto al fisco. Le sanzioni sono invece ridotte della metà e, per chi paga subito, lo sconto arriva al 66%. Si ricordi che la sanzione spesso è pari al 100% dell’imposta evasa. Prada, che ha fatto voluntary disclosure prima che venisse emanata la legge, ha pagato 400 milioni. Non è un caso che Letta conti di abbassare il cuneo fiscale con l’introito. La relazione tecnica non quantifica il recupero di evasione, ma i rumor parlano di 20 miliardi su 400 miliardi di capitali all’estero.

“La voluntary disclosure dà anche una copertura penale parziale“, spiega Tomassini. Non si è perseguibili per dichiarazione infedele e per omessa dichiarazione. Per il reato di frode fiscale, invece, la pena è ridotta della metà. Viene invece introdotto il reato di autoriciclaggio. Si tratta dell’impiego di somme derivanti da un reato da parte del reo stesso. “Ad esempio – dice Tomassini – se un contribuente fa del nero in Italia e lo sposta su una sua società estera, sta commettendo il ago di autoriciclaggio”. Poiché le leggi in Italia non sono retroattive, nel periodo di vigenza della mini-sanatoria (fino al 30/9/2015) il reato non dovrebbe essere contestato. Dal primo ottobre dell’anno prossimo – aggiungiamo noi – sono cavoli vostri se avete fatto i birichini col fisco senza mettere tutto in regola sul quadro RW del 730.

Wall & Street vi conoscono, furbetti! State pensando di far rientrare i capitali attraverso una fiduciaria e poi riportarli fuori cinque minuti dopo aver intortato Befera & C. “Non c’è garanzia di anonimato – conclude Tomassini – e gli intermediari finanziari devono comunicare le generalità del contribuente“.

Ve lo immaginate il bancario di Lugano e di Mendrisio che spiattella i vostri segretucci al finanziere? Non siamo ancora arrivati a questo paradosso! Infatti le banche svizzere stanno dirottando i loro clienti verso le filiali di Monte Carlo e di Singapore dove ancora non ci sono questi interscambi informativi. Attenti, però, Befera cercherà di inseguirvi anche lì. Come Zenigata con Lupin III…

Wall & Street

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