Appoggiarsi alle strutture delle Camere di Commercio per i primi rudimenti del «mestiere» di imprenditore, tenere in ordine tutti i documenti in modo da potersi appoggiare ai bandi regionali per l’autoimprenditorialità, cercare di relazionarsi con i Confidi per ottenere un finanziamento agevolato e, soprattutto, preparare un business plan credibile. Questi, in buona sostanza, i trucchi per avviare un’impresa da soli che ci ha svelato Stefano Mazzocchi, presidente di Cna Servizi, in pratica il «centro di ascolto» degli artigiani italiani. Dopo i consigli che qualche mese fa abbiamo dato agli «over 50», ora non ci sono più segreti sulle start up anche per i più giovani.

 

Gli italiani che vogliono mettersi in proprio, quali passi dovrebbero compiere da subito?

«I passi da compiere per aprire una nuova attività sono molteplici ma è primario inquadrare quale attività si intenda porre in essere e quali siano i parametri dimensionali iniziali necessari per  effettuare lo start – up dell’attività stessa. Una volta identificati i presupposti di cui prima, è necessario verificare tramite la locale Camera di Commercio quali siano i requisiti necessari per aprire una nuova  azienda».

Aprire una impresa comporta un impegno economico. Quali sono i canali di finanziamento percorribili visto che le banche hanno da tempo ridotto gli impieghi?

«I canali di finanziamento percorribili sono quelli relativi ad enti pubblici territoriali. Ad esempio, relativamente alla Lombardia, esiste un portale di particolare interesse (www.start.lombardia.it) dove sono inserite, in questo momento, due misure (modalità di finanziamento agevolato alle imprese) importanti per  imprese neonate in fase di avvio. In  Italia, purtroppo, mancano degli operatori che possano, anche per piccole iniziative, accompagnare gli imprenditori nel loro “primo miglio” ovvero nella fase di avvio, iniziale, dell’attività».

Al neo imprenditore sono di norma chieste garanzie molto ampie, come si può ovviare con i Confidi? Quali sono gli altri strumenti a disposizione?

«I Confidi svolgono una funzione importante di supporto  alle aziende che necessitino di garanzie per ottenere dei finanziamenti dal circuito creditizio. Con la concentrazione dei Confidi, di fatto su base regionale, ogni imprenditore  o neo imprenditore,  potrà trovare sul proprio territorio, il consorzio competente per il rilascio  della garanzia necessaria. Usualmente il Confidi rilascia, a fronte di una istruttoria molto rapida, una garanzia, a prima richiesta, che  parzialmente garantisce l’istituto di credito sull’importo erogato dallo stesso istituto di credito».

Che cosa si deve fare per sfruttare al meglio i bandi di finanziamento per l’autoimprenditorialità promossi dalle singole Regioni?

«È necessario  avere sempre le posizioni fiscali, previdenziali e camerali in ordine. Tutti i bandi  richiedono che gli imprenditori che vogliano usufruire delle agevolazioni finanziarie, abbiano le posizioni fiscali-previdenziali regolari».

Per costruire una impresa occorre però un business plan, come si fa a studiarlo? A chi conviene rivolgersi se non si hanno le competenze?

«Il business plan, con l’avvento di Basilea 2, è diventato lo strumento “principe” per l’accesso al credito da parte delle imprese. La costruzione di  un business plan idoneo e credibile è un punto  focale e strategico per comprendere sia la bontà dell’idea sia la sua sostenibilità economica – finanziaria. Un business plan deve contenere una attenta analisi sia del mercato di riferimento sia della struttura aziendale necessaria per lo start up dell’azienda. Inoltre l’imprenditore scrivendo il proprio business plan potrà anche agevolmente comprendere quali risorse finanziarie ed umane siano richieste per intraprendere l’attività».

Come si sceglie il proprio staff?

«Lo staff deve essere scelto sulla base delle necessarie competenze, indispensabili per l’avvio dell’attività. Chiaramente è richiesto nella scelta dello staff iniziale, di contemperare il tutto. con il budget a disposizione per gli investimenti nelle risorse umane. La scelta dei più stretti collaboratori si rivela spesso l’elemento decisivo per il successo dell’impresa neo costituita».

Quali sono gli imprevisti più diffusi nella neo-imprenditorialità?

«Sono tanti gli errori che per inesperienza o per una trascrizione errata del business plan si compiono nelle fasi iniziali. Il segreto probabilmente per evitare gli imprevisti nello start up  è quello di attenersi scrupolosamente al business plan ed al suo budget. E’, quindi, di tutta evidenza che il Bp si rivela essere la mappa che  conduce i neo imprenditori verso un avvio  senza troppi imprevisti. Come accennavo in precedenza,la scelta di uno staff capace ed efficiente può limitare gli imprevisti».

Serve un “piano b”, e come dovrebbe essere fatto?

«Al giorno d’oggi probabilmente un piano B non può esistere poiché l’evoluzione finanziaria delle imprese è talmente  rapida che difficilmente è ipotizzabile la possibilità di percorrere un piano alternativo. Viceversa è necessario che l’imprenditore resti all’interno del business plan scritto e che per nessun motivo innalzi il livello del rischio finanziario indicato nel progetto iniziale, nel caso in cui quanto preventivato incappi in difficoltà o imprevisti».

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