Durante l’ultima puntata di Wall & Street Live, il webcast del blog economico-finanziario del giornale.it, Giacomo Chiorino, responsabile analisi di mercato di Banca Patrimoni del Gruppo Sella, ha analizzato le conseguenze economiche e finanziarie della recente vittoria elettorale di Donald Trump.

Chiorino ha spiegato che la politica economica annunciata da Trump comporta due principali implicazioni: un aumento del deficit e una crescita dell’inflazione. «Il deficit americano, già elevato, subirà una pressione ulteriore a causa dei tagli fiscali promessi, stimati tra l’1,5% e il 2% del Pil” », ha detto. Inoltre, la politica di Trump potrebbe amplificare il fenomeno del twin deficit, combinando deficit governativo e commerciale, portando la somma al di sopra del 10% del Pil. Riguardo all’inflazione, Chiorino ha identificato tre fattori chiave: «Il deficit stesso, i dazi che aumentano i costi per le aziende e le restrizioni migratorie, che potrebbero spingere al rialzo i salari in un mercato del lavoro già molto compresso». Questi elementi, ha sottolineato, stanno già influenzando le aspettative del mercato, spingendo la Federal Reserve a ridimensionare i tagli dei tassi previsti le cui stime di riduzione da parte del consensus di mercato sono passate da 200 a 125 punti base negli ultimi mesi.

Sul fronte dei rendimenti obbligazionari Chiorino ha evidenziato un cambiamento significativo: «I rendimenti dei titoli decennali americani sono passati dal 3,5% al 4,5%, con una salita di mezzo punto legata all’effetto Trump». Guardando al futuro, l’esperto prevede tassi stabili o in lieve rialzo sulle lunghe scadenze, favoriti dalla necessità di rifinanziare il debito a medio-lungo termine e dal livello elevato del rapporto debito/Pil statunitense. Per i risparmiatori, la curva piatta dei rendimenti rappresenta un rischio. «Oggi il differenziale tra scadenze brevi e lunghe è appena positivo, ma storicamente è stato molto più ampio. Con un ritorno a una curva più ripida, ci aspettiamo pressioni al rialzo sui tassi a medio e lungo termine», ha osservato Chiorino, raccomandando un focus su titoli a breve scadenza.

Infine, Chiorino ha sottolineato il ruolo delle banche centrali nel mantenere la stabilità finanziaria in contesti di elevato indebitamento pubblico. «Negli ultimi anni, sia la Fed che la BCE hanno ridotto i loro bilanci, ma restano pronti a intervenire con nuove politiche espansive se necessario», ha affermato. Citato il caso del Giappone come esempio di successo nell’uso di tassi bassi per sostenere un’economia ad alto debito. La politica economica di Trump e le dinamiche di mercato ad essa collegate rappresentano un cambiamento significativo per i mercati obbligazionari e per gli investitori globali. «La fiducia nei mercati obbligazionari è cruciale per evitare crisi come quelle osservate nei paesi emergenti», ha concluso Chiorino.

Gian Maria De Francesco

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