Ricevo e pubblico una lettera dell’avvocato Gianluca Ottaviano indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Aggiungo un distico tratto dal Vangelo di Luca.

“Guai a voi, interpreti della legge, poiché avete rimossa la chiave della Conoscenza: non siete entrati voi, ed avete impedito di entrare a quelli che stavano per entrare!” (Luca XI, 52).”

Signor Presidente,
rivolgo a Lei queste mie righe per invocare il Suo interesse e la Sua vicinanza ad una delicatissima questione, di pregnante rilevanza sociale, che merita certamente tutto il supporto del nostro Ordinamento.
Sono il marito di una donna (oggi quarantenne) ammalatasi di cancro al seno a 35 anni (in gravidanza) e trattata nel 2010 all’IEO di Milano secondo i protocolli ufficiali con mastectomia, exeresi del cavo ascellare, chemioterapie ed ormonoterapie.

In recidiva viscerale ed ossea gravissima nel 2012, a meno di due anni dal termine delle chemio, e comunque durante l’ormonoterapia, mia moglie ha optato per il tanto discusso Metodo Di Bella.

Quando la medicina ufficiale (IEO) ci ha freddamente detto che non c’era più nulla da fare, che si poteva fare solo palliazione, che si doveva tentare di “cronicizzare” il male…. mia moglie è fuggita. E con un atto di grande coraggio ha sfidato le classificazioni ed i giudizi ufficiali affidandosi al metodo del Prof. Di Bella. Il risultato è stato stupefacente…e riconosciuto dallo stesso IEO. E’ stato quello che gli oncologi hanno dichiarato di non poter offrire!!!!!

Le sedici metastasi rilevate a maggio 2012 sono scomparse in sei mesi di terapia.
L’incontestabilità del dato diagnostico, irraggiungibile per gli oncologi che tanto contestano tale approccio terapeutico, legittima più che mai questa denuncia. La malattia oncologica, infatti, è tragedia dello spirito.

La certezza che siffatta diagnosi equivalga ad una sentenza di morte, più o meno vicina, priva l’ammalato non solo della spensieratezza della salute. Ma soprattutto della ricchezza della speranza, degli affetti, dei sogni, delle prospettive. E lo costringe nel cerchio buio della paura.In tale doloroso contesto, ho potuto toccar con mano una terapia alternativa, se così vogliamo classificarla, non vietata ma relegata dalle autorità tecnico-scientifiche italiane, all’esito della sperimentazione del 1998, in uno degli angoli più bui ed oscuri della storia italiana.

La sperimentazione, e ce ne sono di prove, risulta inattendibile. E tale dato, che non è possibile approfondire in questa sede, è confermato da diverse personalità scientifiche e da riviste scientifiche di indiscussa fama internazionale.
L’ammalato oncologico che giunge al metodo del prof. Luigi Di Bella, perchè non più capace di sopportare la tossicità delle terapie ufficiali o chemioresistente o non disposto a scendere a compromesso con la propria dignità di uomo, è però costretto, come se non bastasse il peso della malattia, a comprare di tasca propria i presidi terapeutici necessari.

Ma quanta gente non può sostenerne i costi? Quanta gente la abbandona per motivi economici?

Rivolgo a Lei la mia sommessa voce per chiederLe di essere ricevuto personalmente, insieme al Dr. Giuseppe Di Bella, per illustrarLe chiaramente la questione.Oso coinvolgere la Sua figura istituzionale, e la Sua Persona – sebbene consapevole dei Suoi impegni istituzionali e del difficile momento che attraversiamo – perchè non dubito della Sua diponibilità. So che troverà il modo per ascoltarmi.

Come Avvocato, non posso non rimanere turbato dal constatare il verificarsi di un gravissimo appiattimento delle garanzie costituzionali a tutela del cittadino bisognoso, nonostante anche la Suprema Corte di Cassazione abbia più volte fornito inequivoci orientamenti circa il dovere delle istituzioni di sollevare dalla sofferenza il paziente con tutti i mezzi possibili, perchè il diritto alla salute è diritto soggettivo assoluto di interesse pubblico che non può essere scisso dal rispetto della dignità del paziente.

Il combinato disposto di cui agli artt. 2, 13 e 32 – secondo cui, all’inviolabilità della libertà individuale (cui fa da corollario la libertà di cura) si accosta la previsione testuale secondo cui “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.

La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana” – non può e non deve rimanere, per questi nostri fratelli italiani, un miraggio.Mi sento in dovere di adoperarmi, come cittadino e membro dell’Avvocatura, per assicurare al bisognoso l’adempimento certo e pieno, da parte della Repubblica, di quei doveri di solidarietà politica, economica e sociale che ad oggi, per questi nostri concittadini, rimangono purtroppo solo un progetto.

Ho potuto constatare come la burocrazia ed il tecnicismo siano troppo spesso ineludibili ostacoli alla speranza terapeutica.La mia azione professionale e personale, quindi, si è orientata e si orienta al perseguimento della tutela del diritto soggettivo “alla e della” salute, non solo costituzionalmente (art. 32) ma internazionalmente, meglio, universalmente riconosciuto e tutelato anche come corollario del diritto alla vita.

Una tutela perfetta, effettiva, concreta, che risponda davvero ai bisogni dell’ammalato oncologico – il quale chiama le Autorità ed i Pubblici Poteri tutti a proteggerlo come persona – non può e non deve soggiacere, secondo il mio sommesso parere, a logiche di potere, ad interessi finanziari, nè ai tempi della burocrazia. Essa deve rimanere pura, indenne da tutto ciò che è estraneo ai bisogni del singolo, e saper offrire a questi tutta sè stessa per il soddisfacimento di tutte le precipue aspettative di solidarietà, come previste dalla Costituzione. Senza dover far ricorso alle aule di tribunale.

Certo della Sua sensibilità e rispettoso del Suo altissimo Ruolo, oso invocare la Sua attenzione facendo appello alla Sua prima attribuzione istituzionale: quella di Garante della Costituzione Italiana. La più bella del mondo!
Con la massima osservanza.

Avv. Gianluca Ottaviano

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