Credere nella giustizia

Come tutti voi, credo nella Giustizia. Credo anche nella Verità. Nel buon governo. Nella buona amministrazione. Nel vino nettare degli dei. Nel masticazzo perfetto. Tuttavia, anche ammettendo che virtù e scienza coincidano, siamo in grado di comprendere la distanza qualitativa che esiste fra il Principio – universale, aureo – e gli agenti che ne traducono i precetti in una realtà codificata – particolari, grigiastri. Credere nella Verità non significa credere a tutto ciò che scrivono i giornalisti. Tanto è vero che in genere le due cose si escludono a vicenda. Credere nel buon governo non ci impedisce di criticare l’azione […]

  

Sanremo e i nazisinistri

Il Nazionalsocialismo si serviva del Kampfbund für deutsche Kultur di Alfred Rosenberg per governare il condizionamento ideologico attraverso la musica, il cinema, le arti figurative. Esaltazione del mito germanico e annullamento degli artisti degenerati erano i paradigmi operativi, già prima che si imponesse il noto Ministero per l’Istruzione pubblica e la propaganda di Goebbels. Oggi la sinistra internazionalista e mercatista fa lo stesso. Il mito globalista, immigrazionista, meticcista – al servizio del totalitarismo consumista annunciato da Pasolini – sostituisce quello della razza pura con quello della mescolanza. Ma il fine è il medesimo: imporre un sistema di potere attraverso la […]

  

Calabresi saluta Repubblica

Mario Calabresi non è più il direttore di Repubblica. In qualche circostanza ci siamo permessi di biasimare il suo operato, ma oggi vogliamo solo dare risalto a questo sincero, autentico, ineccepibile, fiero e struggente messaggio di commiato, che resterà scalpellato nella storia della libera informazione come il David del Bernini nel travertino: «Dopo tre anni finisce la mia direzione di Repubblica. Lo hanno deciso gli editori. Ho l’orgoglio di lasciare un giornale che ha ritrovato un’identità e ha un’idea chiara del mondo. I lettori lo hanno capito, la discesa delle copie si è dimezzata: era al 14 ora è sotto […]

  

La grande insipienza

Spassosa serata di autoflagellazione sinistra su La7, a testimonianza che l’ebetudine è la vera cifra della rete. L’intervista di Giovanni Floris a Matteo Salvini è stata a tal punto maldestra da far eruttare cori sovranisti anche dall’impassibile gargarozzo di Pagnoncelli. Già in partenza al leghista non si può rimproverare la coerenza: se si veste da vigile del fuoco fra i vigili del fuoco, da poliziotto fra i poliziotti, così si concia da sinsitroide fra i sinistroidi, ostentando in studio Clarks con calzini a righe orizzontali. E quanto alle trattazioni non deve neppure sforzarsi di scimmiottare la Le Pen per uscirne […]

  

I tagli di Fontana

Nella controversia fra Ivo Caizzi, inviato del Corriere della Sera a Bruxelles, e Luciano Fontana, abbracciamo un 2019 in lacerante continuità con i due anni precedenti. L’ostentata pretesa da parte del direttore di «raccontare l’intero percorso con oggettività»… riporta a galla il tanfo di escrementi mai sommersi. Caizzi – pur con qualche ingenuità formale – ha squarciato la tela monocroma di questa oggettività con un taglio verticale, o se vogliamo penetrare in uno spazialismo più vivido, meno rarefatto, ha infilato un robusto dito nel culo all’istituzione quotidiana per cui lavora. Personalmente, non dovendo rivolgermi a un Comitato di redazione, con […]

  

Commissario per il Web

Non saprei dirvi quante volte ho iniziato questo pezzo. Forse una trentina negli ultimi 15 mesi. Ma ho sempre desistito… perché il mostro che abbiamo di fronte ha tante teste: scapezzata una, ne spunta un’altra. Prima di ingegnarci nel rispondere, è necessario porsi le domanda corrette, impresa già sufficientemente impegnativa. Ma questa volta vorrei tentare. E’ legittimo regolamentare il Web dinamico? Se sì, è possibile senza mutilare la libertà di espressione? E se ancora sì, chi stabilirebbe le regole? Pone seram, cohibe, sed quis custodiet ipsos custodes? Ovviamente avverto, come tutti voi, la deriva della deregolamentazione. Tutti hanno in mano […]

  

Ritratti: Beppe Severgnini

Del nostro zazzeruto amico vale ciò che Gadda diceva dei pechinesi: «La vitalità di questi mostriciattoli è una cosa incredibile. Verrebbe voglia di accarezzarli, poi di acciaccarli». Come sanno bene i più attenti lettori di questo blog, divido i giornalisti in colposi e dolosi. Severgnini temo sia un intermedio equivoco: da una parte, vittima incolpevole di un provincialismo ancestrale, è autenticamente infatuato delle coglionerie cosmopolite che uggiola agli italiani; dall’altra è un canuto paraculo, zelante secchione della cialtroneria multimediale. Quando ci racconta il mondo – perché lui è un ragazzo di mondo – quando ci parla dell’America – che lui […]

  

Starbucks: Oasi del deserto globale, un anno e mezzo dopo

Non amo molto le autocitazioni, ma la catena di caffetterie Starbucks ha finalmente inaugurato, fra le splendide mura di Palazzo Broggi a Milano, il suo primo negozio italiano; così mi pare pertinente tornare al primo articolo di questo blog (28 febbraio 2017), le cui parole, facilmente profetiche, raccontavano di ciò che sarebbe stato. Farne esperienza diretta si è tuttavia rivelato ancor più avvilente. Poiché è apparso chiaro come l’ostentata valorizzazione della nostra tradizione – messa in scena con uno straordinario impiego di mezzi – sia il cavallo di Troia per la sua vampirizzazione. E noi, a giudicare dalle file necessarie per consumare, […]

  

Dio ce l’ha data, guai a chi la tocca

Milano Malpensa, ora di pranzo, banco ristorante. Un turista transalpino in ciabatte e curiosamente somigliante a Gigi Sammarchi si rivolge alla cassiera con una certa spocchia. In francese. Quella cincischia imbarazzata, poi chiama a raccolta due colleghe più istruite, vanamente. Lui, irremovibile come il bastone del maresciallato, prosegue nelle sue incomprensibili richieste (panino con prosciutto, bottiglia di acqua naturale, ndr), molto spazientito. Al che il più cosmopolita fra i baristi si avvicina, in inglese si scusa per la biasimevole ignoranza propria come delle colleghe e in qualche modo prende la comanda. Ora, immaginate la medesima situazione a parti invertite e […]

  

Il sol dell’Avvenire

Mentre scrivo queste righe non so se la prima pagina di oggi del quotidiano Avvenire sarà rimasta la stessa: “Vergogniamoci”. Immagino di sì, vista la toppa di ieri. “Chi guarda il volto di Daisy Osakue può fare solo una cosa: vergognarsi. Perché quel volto segnato, è certamente il volto di una cittadina italiana dalla pelle nera, una giovane donna e atleta bersagliata solo e soltanto per la sua inermità e diversità”, ha messo di colore su bianco il direttore Marco Tarquinio, inserendo un segno di interpunzione fra soggetto e verbo degno del tratto di corda. Oggi si sa che il […]

  

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