Disagio ideologico

Quando si verifica un atto di barbarie che coinvolge qualche esotico convitato, il gretto sovranista in genere tuona: “Se solo certe brutalità si riversassero provvidenzialmente sulle corna degli accoglioni!”. Malauguratamente, la dissonanza cognitiva che affligge queste buonanime attiva processi di rielaborazione tali da far prendere con filosofia anche una mazza chiodata sui denti, pur di non guardare negli occhi la propria devastante imbecillità. E così è stato. Qualche giorno fa, il garrulo e vegeto Manaf, 24enne originario del Togo, si è reso protagonista del pestaggio di due donne nel sottopasso della stazione di Lecco. Il video – che sconsiglio ai […]

  

Cattività buonoide

Siamo ammorbati dalla mistificazione sinistra. Ne discutiamo da che ne discutiamo. Ma fra i riflessi condizionati della cattività buonoide, dell’anti-pensiero ideologico, ve n’è uno in particolare che pare virale. Il campanello pavloviano faceva salivare il cane associando un suono al cibo, perché aveva abituato l’animale a vedersi servito appena dopo lo scampanellìo; quello rothschildiano fa salivare il progressista appena si associa uno straniero a un crimine, un immigrato a uno stupro; ma non di fame, bensì di rabbia. E il comportamento riflesso porterà ineluttabilmente all’atteggiamento di cui avevo già accennato ne “La bertuccia progressista”, sempre uguale a se stessa: «Perché, gli […]

  

La festa della donna

«Festa della donna: solo il 27% nel mondo crede ci sia parità», titola l’Ansa. Asserzione magistrale. Emblematica del disordine logico e sessuale dei tempi. Festeggiano le donne affliggendosi per l’assenza di parità, eppure… se si inverasse la parità agognata non ci sarebbe più alcuna specificità da festeggiare. Personalmente, dal frangibile propugnacolo di un blog, vorrei fare tanti auguri a tutte le signore lettrici: siete fantastiche! Ma temendo possa essere interpretato come auspicio sessista, vorrei fare tanti auguri pure a tutti i maschi lettori: siete fantastiche anche voi!                      

  

Staffetta fra ipocriti

In queste ore, testate online, social media, autorevoli intellettuali, politici e conferenzieri come Roberto Saviano, Enrico Rossi e Matteo Renzi, si stanno passando il testimone per celebrare le staffettiste azzurre vincitrici della medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo (Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Raphaela Lukudo, Libania Grenot). Le atlete  stanno così sventolando come simbolo di un’Italia tollerante, inclusiva, dove le razze e le culture sono tutte uguali: «I loro sorrisi sono la risposta all’Italia razzista di Pontida»; «Sono la risposta italiana a Pontida. L’Italia multiculturale nata dal sogno repubblicano non verrà fermata»; «Sono tutte italiane le ragazze che hanno vinto la staffetta […]

  

Elogio della discriminazione

Chi ha avuto la pazienza di seguire un poco questo blog – peraltro ripagata da un’inesauribile bordata di risate e trastullo – avrà notato che sono spesso costretto a occuparmi di demistificazione. Viviamo in tempi subdoli, di limaccioso livellamento, e tutto sembra esserne ammorbato. Le parole ne sono il primo funesto presagio. I vocaboli possono essere un incantesimo o una fattura; se sono al servizio della verità innalzano fino alla santità, ma quando sono ancelle d’una Circe bagasciona tramutano in bestia chi si lascia affascinare dal loro tintinnio. Oggi mi voglio occupare della parola «discriminazione». Confessiamolo, anche noi liberi pensatori […]

  

Il Ku Klux Klan dell’antirazzismo

«Recensione razzista su Tripadvisor, la cameriera: L’ho letta e ho pianto». Ieri pomeriggio questa era la notizia di apertura del Corriere.it. Già qualche ora prima aveva trovato risalto sul sito di Repubblica.it e di molte altre testate online. Lo sconcertante episodio merita di essere analizzato nel dettaglio perché rappresenta in maniera superlativa l’apostolato dell’imbecillità. L’atroce proselitismo che guida le coscienze degli invertebrati del pensiero mentre insulta tutte quelle idee che ancora camminano erette. Anch’io, come la giovane Suaila Sà, ho pianto, ma per ragioni differenti. Dal ridere, in un primo momento; per la disperazione quando mi sono reso conto dell’eco […]

  

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