Anche la Lombardia va verso il vaccino obbligatorio. Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla mozione che chiede di introdurre l’obbligo delle vaccinazioni per l’accesso ai servizi per la prima infanzia. Con 34 voti a favore, 9 contrari e 7 astenuti (19 consiglieri non hanno partecipato al voto), il parlamento lombardo ha approvato la proposta presentata dal capogruppo di Lombardia popolare Angelo Capelli, illustrata in aula dal relatore Alessandro Colucci.

Le vaccinazioni per i bambini nati nel 2013, riferite quindi a livello nazionale all’anno 2015, sono diminuite in quasi tutte le regioni. Un calo che riguarda sia quelle obbligatorie (antidifterica, antipolio, antitetanica, anti epatite B) sia alcune tra quelle raccomandate: in Lombardia scendono di oltre il 2% quelle per poliomielite, tetano, pertosse, difterite, epatite B; un calo maggiore per le vaccinazioni contro morbillo, parotite, rosolia. Questa tendenza è ritenuta un rischio concreto di estesi focolai, come si è registrato per le epidemie di morbillo negli anni 2003, 2008, 2013. Di fronte alle iniziative di movimenti “antivaccinisti” e a una certa “disinformazione scientifica”, Capelli (degli ex Ncd) ha proposto una mozione che impegna la Giunta regionale a introdurre come requisito d’accesso ai servizi sociali per la prima infanzia, pubblici e privati, l’avere assolto gli obblighi delle vaccinazioni prescritti dalla normativa vigente e sostenere, all’interno della conferenza Stato-Regioni, la proposta di una nuova legge nazionale che renda obbligatorie tutte le vaccinazioni previste nel Piano di prevenzione vaccinale 2017-2019 per l’accesso ai nidi e alle scuole materne. I fase di dichiarazione di voto hanno dichiarato il voto contrario M5S e Sel, a favore si sono dichiarati FI, Pd, Lombardia Popolare, Patto Civico e fdi. La Lega Nord e la Lista Maroni non hanno partecipato al voto, avendo preferito trattare una legge ad hoc e non una mozione.

gallera

E l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ovviamente favorevole ai vaccini ma non convinto della necessità di misure obbligatorie, annuncia che seguirà le indicazioni del Consiglio:

«Prendiamo atto che con questa decisione il Consiglio regionale dimostra la voglia di mettere in campo delle misure che portino ad arginare questo calo di persone vaccinate. Un’azione che però, pur lodevole, non è sufficiente a raggiungere quel 95% a cui è legato l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità per l’eliminazione del morbillo congenito, perché coinvolge solo il 15% dei bambini che è la percentuale dei bimbi che in Lombardia (dato Istat) frequenta gli asili nido». «Noi – ha concluso Gallera – accanto al rispetto dell’azione del Consiglio continueremo con l’informazione e la formazione perché siamo convinti che solo attraverso la consapevolezza si riuscirà ad evitare che a distanza di anni si debba tornare su questo tema».

 

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