Rosanna Banfi: “Grazie, tumore”
E’ in tivù, ospite a “La vita in diretta”. A un certo punto la voce gli si spezza, l’accento barese che lo rende tanto personaggio perde tono. Stonato, appunto. Lino Banfi dice in televisione che sua figlia ha il cancro. Era la primavera del 2009. Gelo in studio: Lamberto Sposini, il conduttore, non sapeva. Né della malattia dell’attrice, Rosanna Banfi, e neppure della volontà del padre di parlarne in pubblico. Nessuna scaletta, l’attore non era più attore ma un padre addolorato: “Vi rivelo che una bella donna che amo, anzi che adoro, di 45 anni, ha il cancro. A volte si ha paura a dire questa parola ma lei non ne ha…” . La voce di Banfi si incrina come una crepa nel legno. E Sposini, in evidente imbarazzo, manda in onda la pubblicità. Perché l’ imprevisto spiazza. Davanti al dolore assomigliamo tutti a Sposini, avremmo voluto essere preparati
Era stata Rosanna a dire al papà di parlarne: “Se ti va dillo – gli aveva detto – così le donne della mia età fanno prevenzione”. Sono i mesi in cui Rosanna è impegnata nelle riprese di “Un medico in famiglia”, affronta le cure, perde i capelli “tutti, perfino le unghie”. “Andavo sul set con foulard e cappello – racconta – quando mi sono resa conto di perdere ciocche sempre più consistenti ho chiesto a Fabio (Leoni, il marito) la macchinetta, mi ha aiutato a rasarmi a zero. E SI E’ RASATO PURE LUI”
Rosanna ha una pagina su Facebook che in quel periodo ha superato i 30mila contatti. “Al mattino accendevo il computer e controllavo i messaggi, mi faceva stare bene. Mi imbattevo in centinaia di persone sconosciute che volevano avere notizie della mia salute. C’era chi metteva le foto del bambino, chi aveva passato la stessa esperienza, chi la stava vivendo in quel momento. Per loro ero una di casa. Sentivo gli incoraggiamenti come un’onda avvolgente, da quando ho reso pubblica la mia malattia ho avvertito una grande energia”. E tuttora Rosanna “non si ferma mai”, “mi dedico alla famiglia, al lavoro, alla onlus Komen che si batte per diffondere la cultura della prevenzione del tumore al seno, ogni anno alla marcia di Caracolla promossa da Komen si radunano 30mila persone, mi sono iscritta in palestra…sono felice. Non trovo una sola cosa brutta che mi abbia lasciato il tumore”.