“Il vaccino anti HvP non previene il cancro”
Ho ricevuto diverse lettere da parte di mamme di figlie adolescenti incerte se aderire o meno alla campagna pro-vaccino anti virus HvP caldeggiata da Umberto Veronesi. “E’ un cancro che sparirà dalla faccia della terra – ha detto Veronesi l’altro giorno e anni prima, quando era arrivato il momento di presentare l’antidoto, aveva usato queste parole: “Per la prima volta nella storia esiste un vaccino per un cancro”.
Quando ho iniziato a lavorare al Giornale, nel 1994, le vaccinazioni obbligatorie erano vere e proprie costrizioni, nessuna famiglia poteva scegliere di NON vaccinare il proprio figlio, pena la perdita della patria podestà. Ricordo storie di cronaca agghiaccianti, il dolore e l’impotenza di quei genitori che avevano visto i loro primogeniti ammalarsi gravemente dopo il vaccino obbligati a percorrere lo stesso calvario con i fratellini più piccoli. Lo Stato italiano non permetteva alle famiglie di decidere in materia di vaccinazioni…
Con gli anni le cose sono cambiate, sono nate associazioni e movimenti per la libertà di scelta e oggi nessuno costringe più le famiglie a vaccinare i bambini, anche se si tratta di vaccinazioni obbligatorie. Questa premessa è d’obbligo: nessuno forza nessuno. Proprio per questo è importante che la scelta sia consapevole e non subìta.
Prima obiezione: il vaccino anti HvP protegge solo da due ceppi del virus, mentre sono almeno 15 quelli che provocano il cancro. Infatti a leggere per bene le raccomandazioni si vede che “anche dopo aver fatto il vaccino una donna deve comunque sottoporsi a pap test periodici”. E allora perchè farlo?
Seconda domanda: quanto è diffuso il cancro al collo dell’utero? I dati Oms dicono che questo tumore in un anno uccide 275mila donne nel mondo, 90 in Italia, insomma non è un flagello tale da giustificare una simile vaccinazione a tappeto. Oltrettutto sappiamo che se una donna fa un pap test all’anno riesce a individuare le cellule malate sul nascere e la sua guarigione è del 100%. Non solo: altri dati Oms rivelano che l’80 per cento delle donne nel corso della vita contrae uno o più virus HvP (in tutto sono 150, una trentina si trasmettono per via sessuale, di questi 15 sono considerati ad alto rischio) ma nella maggioranza dei casi il sistema immunitario li combatte. Solo quando l’infezione persiste negli anni si possono alterare le cellule ma con il pap test questa situazione balza subito all’occhio.
Terzo quesito: non si capisce quanto può durare la protezione di questo vaccino, nessuno lo dice (forse perché nessuno lo sa).
Tralascio di parlarvi degli effetti collaterali, delle morti e delle malattie autoimmuni attribuite al farmaco ma vi incollo il link del movimento Comilva che riporta svariati studi in proposito.
Ho trovato l’inchiesta “Dalla parte delle bambine” divulgata da una televisione svizzera il mese scorso, segnalatami dalla lettrice Sonia, è molto ben documentata. Guardatela, spiega che questo vaccino è il più costoso della storia, che ha bruciato le tappe (sviluppo del prodotto, autorizzazioni di mercato, rimborsi dalle casse), se avete una figlia adolescente abbiate la pazienza di guardarlo fino alla fine: i medici affermano che l’ efficacia del rimedio è del 20 per cento… un po’ pochino o no?
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