Ecco le scuole dove si fuma (ancora)
Mi sono arrivate svariate mail da parte di studenti delle superiori e dei loro professori: IN ALCUNE SCUOLE SI FUMA, NELLE AULE E NEI CORRIDOI, NONOSTANTE LA LEGGE LO VIETI: ad accendersi sigari e sigarette in barba al divieto sono un po’ tutti, alunni, docenti, bidelli.
Accade in Sicilia, in Campania e in Lazio (le regioni da cui mi sono arrivate testimonianze). Che fare? DE-NUN-CIA-TE, la legge vi protegge, l’etica ve lo impone e il fatto che le multe siano salate vi aiuterà: nessuno sborsa volentieri i quattrini che gli ricordano di aver commesso un errore e per questo se ne ricorderà. (Il poster colorato qui a fianco è stato realizzato dagli allievi del tecnico Elia di Castellamare di Stabia, primo premio al concorso per la campagna anti-fumo 2010)
A proposito di soldi andati in fumo vi segnalo la bella campagna divulgata dal network universitario Uniroma, di cui vi allego il video, “Spegni il fumo, accendi la vita” sostenuta dall’ateneo romano La Sapienza. I professori di Tabaccologia hanno calcolato che i 12 milioni di fumatori (in aumento fra i giovanissimi) sborsano due euro a testa al dì per comprarsi le sigarette, ovvero 20 milioni al giorno, “soldi spesi per farsi del male che potrebbero essere una benedizione se impiegati diversamente” ha detto il direttore scientifico Giacomo Mangiaracina.
La Sapienza ha deciso di appoggiare la onlus Reach Italia e di invitare chi sta smettendo di fumare a devolvere il denaro risparmiato a un bambino in Africa. Bastano 83 centesimi al dì per sostenere un’adozione a distanza.
20 sigarette al dì x un anno = 25 radiografie
E’ la sintesi di uno studio reso noto qualche giorno fa, condotto dall’ istituto superiore di Sanità (progetto Help-Mild con l’universita’ di Bologna e con l’Enea) sull’effetto radioattivo delle sigarette. Responsabile è il polonio che si accumula nel tabacco a causa dei fertilizzanti e che si trova in abbondanza nelle marche di bionde più vendute: Chesterfield Rosse, Winston Blu, Diana Blu e Rosse, Merit Gialle, Camel Blu, Ms Gialle e Rosse, Marlboro Rosse e Gold.
Gli studiosi hanno trovato tracce del polonio 210 e del suo precursore, il piombo 210: in media 13,5 mBq per il piombo e 15 mBq per il polonio per ogni sigaretta. “Con queste premesse il rischio biologico per un fumatore di 20 sigarette al giorno per un anno è paragonabile a quello di 25 radiografie al torace – ha spiegato Vincenzo Zagà, pneumologo dell’Ausl di Bologna, che ha curato lo studio – questo vuol dire che più o meno 5mila tumori l’anno sono attribuibili al solo polonio, che è un iniziatore del cancro al polmone, a cui poi si devono aggiungere le altre sostanze nocive nelle sigarette”.
Il polonio viene assorbito dalle piante di tabacco soprattutto a causa dei fertilizzanti usati. Quando si fuma la sigaretta viene inalato nei polmoni dove si fissa soprattutto nei bronchi e qui manifesta la sua attività cancerogena: “Uno dei misteri legati ai tumori provocati dal fumo e’ la grande percentuale, circa il 25%, di patologie sviluppate dagli ex fumatori che in teoria non sono piu’ esposti – ha continuato l’esperto – ma il piombo che si fissa nei polmoni lentamente decade in polonio, che a sua volta emette le radiazioni alfa. Questo processo dura per decine di anni, e potrebbe spiegare il fenomeno”.
I metodi per diminuire la radioattivita’ delle sigarette ci sarebbero, sottolinea Zagà, ma in assenza di un limite fissato per legge è molto difficile che le aziende da sole decidano di investire in questo senso: “C’e’ da notare che prima del 1999 la quantita’ era 10 volte piu’ alta – ha aggiunto Zagà – poi e’ drasticamente diminuito ma rimane elevato. Per abbassarlo si potrebbe limitare l’uso dei fertilizzanti e sostituirli con quelli a base di ammonio fosfato, usare filtri in resina per le sigarette o studiare piante Ogm per ridurre i tricomi, gli organi della pianta dove si accumulano gli isotopi”.
La ricerca proseguira’ sia sul fronte sanitario, per capire quanto tempo gli isotopi rimangono nei polmoni, sia su quello ambientale: “Ora ci dedicheremo anche ai mozziconi – ha concluso lo studioso – ogni anno ne vengono abbandonati 72 miliardi, e non sappiamo quanto polonio potrebbero contenere”.