La metà dei bambini colpiti da tumore nei Paesi in via di sviluppo non riceve le cure adeguate o non conclude la terapia iniziata.

L’appello è apparso sulla rivista Lancet Oncology: un gruppo di oncologi pediatri creato dalla International Society of Pediatric Oncology (Siop) e nominato ” Abandonment of treatment working group” ha parlato di “abbandono terapeutico” conseguenza della situazione socio-economica in cui versano questi Paesi.

“Nei Paesi ricchi l’80 per cento dei bambini colpiti da tumore riceve cure efficaci ma questi piccoli rappresentano il 20% della popolazione infantile mondiale -hanno spiegato gli autori- L’80% vive in un Paese in via di sviluppo e quando si ammala di cancro nella metà dei casi è abbandonato al proprio destino. La comunità pedriatica internazionale non può ignorare questa realtà”.

Lo stesso destino di abbandono accomuna molte donne colpite da tumore alla mammella in vari Paesi del globo. In Afghanistan, ad esempio, chi scopre di avere un cancro al seno e vuole curarsi è costretta a trasferirsi in Iran o in Pakistan.

Per questo la Fondazione Veronesi sta aprendo un centro diagnostico all’avanguardia all’ospedale “Medical aid for afghan women” di Herat. Il progetto è partito in novembre e ha permesso a 10 dottoresse afghane di seguire un convegno internazionale di senologia a Instanbul, presieduto da Umberto Veronesi.

La Cooperazione italiana in Afghanistan ha ribadito che si tratta di una iniziativa “preziosa in un Paese dove non esistono strumenti di diagnosi e la ricerca oncologica è assente”.

Il nuovo centro verrà gestito da una delle dieci dottoresse, sotto la guida dell’oncologo Mahdi Rezai, entro novembre verranno completati i locali e la formazione del personale. Il progetto verrà illustrato il 18 e 19 novembre all’università Bocconi di Milano durante la terza conferenza mondiale “Science for Peace”.

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