“La mammografia? Porta a interventi inutili”
Un oncologo danese critica la mammografia. Dimostra che per una donna “salvata”da questo esame, altre 10 vengono danneggiate perché sottoposte a terapie o operazioni inutili.
Si chiama Peter Gotzsche ed è direttore della Nordic Cochrane Collaboration di Copenhagen, il braccio danese dell’iniziativa internazionale no profit nata con l’obiettivo di valutare criticamente la reale efficacia degli interventi sanitari.
Dopo aver analizzato per un decennio i dati dei vari screening il ricercatore mette in dubbio gli effettivi benefici delle mammografie per la diagnosi precoce delcancro al seno. Ne parla ampiamente nel suo libro “Mammography screening: truth, lies and controversy’ (Screening mammografici: verità, bugie e controversie), che ha già scatenato polemiche in Gran Bretagna.
“Non è vero che questi esami riducono di un terzo le morti per cancro al seno” sostiene Gotzsche sulla base degli studi passati in rassegna. “Su 2 mila donne sottoposte a mammografia – scrive l’esperto – probabilmente solo una viene salvata, ma altre 10 subiscono un danno. La conseguenza è che cellule cancerose che morirebbero spontaneamente, o che non progrediranno mai in patologia conclamata, vengono asportate e in alcuni casi (6 volte su 10) la paziente perde un seno”.
Senza contare che i trattamenti farmacologici o radioterapici, come la stessa chirurgia, comportano tutti anche dei “costi” psicologici e fisici.”
Gotzsche invita le donne “ a non fare nulla se non consultare un medico se notano qualcosa di anomalo con l’auto-palpazione”.
Pronta la replica di Julietta Patnick, direttore del Programma di screening oncologici del Nhs, il Servizio sanitario britannico: “In Inghilterra, è emerso che le 50-69enni sottoposte regolarmente a screening hanno un minore rischio di morte per cancro al seno”. E stime della Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità citate dalla Patnick parlano di “una riduzione della mortalità pari al 35% per effetto degli screening”. Proprio il dato che Gotzsche contesta nel suo libro, in cui denuncia anche “attacchi da parte delle lobby pro-screening” contro di lui e altri colleghi, un’offensiva mossa da chi ha “interessi finanziari affinchè questi programmi continuino”.
Klim McPherson, professore di epidemiologia della salute alla Oxford University, fa invece notare che “le revisioni di Gotzsche sono studi di qualità altissima e non andrebbero liquidate con leggerezza”.
E proprio per fare chiarezza a beneficio delle pazienti, in ottobre Sir Mike Richards, direttore clinico del National Cancer inglese, aveva annunciato l’avvio di una nuova revisione indipendente sull’utilità degli screening mammografici. “Se dovesse risultare che effettivamente i rischi superano i benefici non esiterei a sottoporre i dati al Comitato nazionale screening e quindi al ministero”.