Un centro all’avanguardia per curare i tumori con l’azione di fasci di ioni, carbonio e protoni, accelerati in un sincrotrone. Si chiama Cnao, centro nazionale di Adroterapia oncologia. Unico in Italia, è stato inaugurato due anni fa a Pavia. La scorsa estate è arrivato l’ok del ministero per avviare cinque protocolli sperimentali in malati di tumore resistenti alla radioterapia. Al momento la supertecnologia è stata testata su 13 pazienti ma, c’è un “ma” gigantesco come un transatlantico: se non arriveranno 50 milioni di euro, il centro resterà in stand by. Fermo al palo. Ma forse non per tutti. Sentite…

Il Cnao è una fondazione di diritto privato fondata dai quattro IRCCS lombardi (istituti pubblici di ricovero e cura a carattere scientifico), dallo Ieo (istituto europeo di oncologia), dal Politecnico di Milano e dalle università statali di Milano e Pavia, dall’istituto nazionale di Fisica nucleare e da Fondazione Cariplo.

Ieri – durante una visita delle autorità al centro di Adroterapia –  il presidente della Fondazione Cnao, Erminio Borloni ha riassunto:
“Lo scorso settembre, per la prima volta in Italia è stato trattato con successo un paziente colpito da condrosarcoma della base del cranio usando un fascio di protoni, le applicazioni si sono concluse a novembre. Dapprima il trattamento è stato autorizzato per ‘uso compassionevole’ (quando le altre terapie considerate ufficiali e pagate dal sistema sanitario si sono rivelate inefficaci)  poi sono partiti 5
protocolli clinici di sperimentazione. Sono stati così coinvolti altri 12 pazienti e altri sono in attesa di iniziare la sperimentazione. Entro il 2012 contiamo di arrivare a 150 pazienti”.

Nel mondo esistono solo altri 4 centri che applicano questa tecnologia, di cui 3 in Giappone e 1 in Germania, e un centro gemello al Cnao verrà costruito a Vienna: “Da noi però c’è un problema di risorse – ha spiegato Borloni -. Abbiamo ricevuto finora 83 milioni dal ministero della Salute, e altri 9 dalla Regione, ma abbiamo bisogno di altri 50 milioni di euro per curare i tumori oltre le sperimentazioni. Al momento non abbiamo drg (tariffe a prestazione) perchè lavoriamo con sperimentazioni e trattiamo i pazienti gratuitamente”.

Dopo la presa di coscienza e l’annuncio che non ci saranno abbastanza soldi, il  presidente della Lombardia, Roberto Formigoni ha rassicurato i lombardi: “Quando la sperimentazione sarà finita, nel 2013, la Regione finanzierà le prestazioni Cnao per i pazienti lombardi. Il mio augurio è che altre istituzioni decidano di fare lo stesso”.

Se l’Italia batte cassa, gli Stati Uniti tagliano gli esami diagnostici. Gli esperti della Società americana di oncologia medica (Asco) hanno pubblicato una lista di 5 trattamenti da abolire. Alcuni di questi non aiuterebbero a vivere più a lungo ma sarebbero addirittura dannosi. Su questo stop, frutto di due anni di confronto e di lavori e pubblicato sul ’Journal of Clinical Oncology’, pesano anche le motivazioni economiche.

Un’analisi del Congressional Budget Office, relativa al 2008, rivela che fino al 30% della spesa sanitaria negli Usa, viene assorbito da esami e ricoveri che non migliorano le condizioni del paziente.
Non solo. Nella lotta ai tumori si spendono fino a 5 mila dollari per esami di
diagnostica per immagini, come Tac e Pet, da cui i malati non hanno
benefici. Limitare queste procedure aiuterà, dunque, a tenere sotto
controllo i costi.

Gli esperti invitano a non eseguire Tac, Pet o altri esami delle ossa alla ricerca di metastasi in pazienti operate con successo per tumore del seno e in pazienti con cancro della prostata a basso rischio recidiva; a evitare farmaci per stimolare la produzione di globuli bianchi in malati sottoposti a chemioterapia e a rischio di neutropenia febbrile, un disturbo spesso fatale.

E soprattutto raccomandano di non fare la chemio a pazienti con tumori in fase avanzata, per esempio al polmone o all’intestino, che non beneficiano del trattamento, da cui, anzi, le loro precarie condizioni di salute vengono indebolite.

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