Le libertà di serie B
Nulla è più complicato della sincerità. (Luigi Pirandello)
Il nostro Paese avrà presto una legge sul testamento biologico. In questi giorni anche il comune di Milano sta pensando di creare un registro per il testamento biologico su scala locale, prima cioè che l’Italia ne stabilisca uno per tutti. L’assessore milanese alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, ha detto: “Ogni individuo ha il diritto di esprimere le proprie volontà rispetto al rifiuto dell’accanimento terapeutico e del prolungamento forzato della vita in condizioni di coma irreversibile o di disagio estremo”.
Si chiede che venga rispettato il diritto alla libertà di scelta.
“Ogni persona lucida ha il diritto di decidere in anticipo quali terapie intende o non intende accettare quando si dovesse trovare in condizioni gravi, tipo malattie cerebrali irreversibili…”
Ho pensato a un intervento scritto nei giorni scorsi da Marco L: “Il nostro Paese si preoccupa di più dei morti che dei vivi. È favorevole al testamento biologico, ossia al lasciar morire chi rifiuta la respirazione artificiale, ma non si preoccupa dei malati di tumore che non hanno terapia”.
Marco allude a quelle persone alle quali la chemio non fa niente o perchè ne hanno fatta troppa o perchè sono chemio resistenti o perchè sono terminali (ma io aggiungerei che ci sono anche quelli che scelgono di non farla…)
Peccato che qui non ci sia vera libertà (lasciando stare la questione dei rimborsi), a molte persone non viene nemmeno detto che esiste dell’altro rispetto alla chemioterapia! Che esistono terapie biologiche efficaci e alternative…
Prevedo che sul testamento biologico si discuterà all’ infinito.
E che sulla questione delle terapie alternative la nostra ignoranza sarà sempre molto più conveniente.
Hai ragione Marco, ci sono libertà di serie A e altre di serie B…