L’esame a luci rosse che salva il seno
Abbiamo conosciuto la Fondazione Ant – che assiste e cura e domicilio i malati terminali – quando abbiamo saputo che quest’anno la Asl romana non le ha rinnovato la convenzione di 40.000 euro (cliccate qui) . La Asl romana è commissariata e il 19 ottobre il commissario avrebbe dovuto riaprire con Ant la questione della convenzione ma, causa impegni improrogabili, la riunione è saltata. Restiamo in attesa…
Nel frattempo la Fondazione Ant ci fa sapere che nel suo Centro dedicato alla prevenzione oncologica di Bologna è a disposizione l’apparecchio DOBI (Dynamical Optical Breast Imaging) un mammografo ottico non invasivo, capace di individuare l’angiogenesi dei tumori senza emettere radiazioni e senza dover ricorrere a mezzi di contrasto. È uno strumento relativamente nuovo, esiste da pochi anni, è particolarmente indicato a esaminare il seno delle donne al di sotto dei 40 anni. A quest’età infatti il tessuto ghiandolare è piuttosto denso e la mammografia tradizionale va sempre “interpretata” assieme a un’ecografia.
Purtroppo abbiamo imparato che l’avere meno di 40 anni non significa essere “protette” dall’eventualità tumore. Un terzo delle donne colpite da cancro alla mammella ha meno di 50 anni. Negli ultimi sette anni, nella fascia di età fra i 25 e i 44 anni l’incidenza è aumentata del 28%
Come funziona il DOBI? Sfrutta la lunghezza d’onda della luce rossa, la luce attraversa la ghiandola mammaria e si attenua quando incontra molecole di carboessiemoglobina, presenti nei vasi sanguigni delle neoformazioni tumorali: l’alterazione vascolare è infatti uno dei primi “segni” del carcinoma. L’esame prevede anche una compressione della mammella di 35 secondi.
Al centro bolognese di via Jacopo di Paolo 36, l’unico di Ant che mette a disposizione gratuitamente il DOBI (ma le donazione sono gradite) c’è già una lista d’attesa. Basta controllare sul sito la disponibilità e prenotare come indicato. Cliccate qui