Boom di nuovi farmaci più cari dell’oro
Vi invito a leggere questo lancio Ansa di oggi. Si parla di una “rinascita” dell’industria farmaceutica prevista nei prossimi anni. Si dice che i guadagni di queste aziende saranno maggiori delle perdite provocate dalla fine dei brevetti, si calcola che fra il 2013 e il 2015 saranno in vendita (a peso d’oro) diversi nuovi farmaci per malattie importanti, dal cancro al diabete alla sclerosi.
C’è il Bg-12 contro la sclerosi multipla, che ha mostrato di ridurre del 30% le ricadute, c’è il canagliflozin per il diabete di tipo 2, c’è il primo trattamento orale per l’epatite C. Dopo un anno di brevetti scaduti e di sperimentazioni cliniche fallite, il 2013 potrebbe segnare una vera ’rinascita’ per le aziende farmaceutiche grazie a decine di molecole che dovrebbero ricevere l’autorizzazione sostituendo quelle insidiate dai generici.
La previsione degli analisti del sito Reuters Health è che i farmaci in arrivo potrebbero generare guadagni per decine di miliardi di euro, superiori a quelli persi per i brevetti scaduti.
Secondo stime della Deutsche Bank le vendite delle nuove medicine porterebbero 64 miliardi di euro tra il 2013 e il 2015, mentre le quote perse a favore dei generici dovrebbero essere di 12 miliardi.
Uno dei settori più importanti sarà quello degli antitumorali, la categoria farmaceutica su cui si concentra la maggior parte degli investimenti in ricerca e sviluppo nel mondo. Tra le molecole
più promettenti ci sono il ramucirumab, un anticorpo monoclonale contro i tumori gastrici sviluppato da Lilly, e il T-Dm1, attivo contro quelli al seno, di Roche.
GlaxoSmithKline ha ben sei farmaci in attesa di approvazione per malattie polmonari, Hiv, diabete e diversi tipi di tumori: «È ancora presto però per dire che il settore è fuori dalla crisi – spiega Simon Friend, analista di PricewaterhouseCoopers – soprattutto in un periodo in cui governi e assicurazioni stanno molto attenti a pagare per nuovi farmaci».
Tra le malattie con un potenziale mercato molto ampio ci sono il diabete, con Johnson and Johnson che dovrebbe ricevere disco verde per un farmaco da 7 miliardi di dollari l’anno ma anche con una nuova forma di insulina messa a punto da Novo Nordisk, e l’epatite C, per cui si attendono le prime terapie orali da Gilead e Abbvie: «Anche se è presto per dire se c’è un’inversione
di tendenza – sottolinea Richard Parkes di Deutsche Bank – le industrie hanno fatto molto per migliorare la produttività e per non ripetere gli errori del passato».
È normale parlare di crisi di aziende farmaceutiche?
È normale accettare che nuove molecole abbiano prezzi stellari?
È normale che un’azienda farmaceutica sia quotata in borsa e si preoccupi soprattutto delle sue quote?
È normale considerare normale tutto questo?